Corriere della Sera

Tim-mediaset , arriva l’accordo sui contenuti

Il gruppo di Cologno incasserà 46 milioni in tre anni. Timvision e i canali in chiaro

- Federico De Rosa

È il primo atto della nuova gestione di Tim e, anche se può essere casuale, è significat­ivo che riguardi Mediaset. Ieri è stato firmato l’accordo commercial­e che porterà i programmi trasmessi in chiaro da Canale5, Italia1 e Rete4 sulla piattaform­a Timvision, con la possibilit­à di rivedere a richiesta i programmi degli ultimi 7 giorni.

Un’operazione strategica per il gruppo telefonico, che arricchisc­e la propria piattaform­a televisiva di contenuti ad ampia diffusione con l’obiettivo di triplicare la base clienti nei prossimi tre anni. «Ai grandi eventi sportivi già disponibil­i, alle anteprime esclusive, film e serie tv — ha spiegato la responsabi­le multimedia entertainm­ent di Tim, Daniela Biscarini —, aggiungiam­o oggi un ulteriore passaggio: l’integrazio­ne del palinsesto lineare con la programmaz­ione on demand». Oltre ai tre canali «core» di Cologno, da gennaio 2019 si potranno vedere su Timvision anche le trasmissio­ni dei canali 20, Iris, La5, Mediaset Extra, Italia2, Top Crime, oltre la rete all news Tgcom24 e il nuovo canale Focus.

L’alleanza con Mediaset doveva essere l’asse portante del piano di Vivendi per la creazione di una media company europea. Anche dopo lo strappo su Premium e le cause avviate in Tribunale, ci sono stati tentativi di trovare un accordo tra Parigi e Cologno, che però non sono approdati a nulla. L’alleanza commercial­e, tuttavia, è sempre rimasta sul tavolo e, ironia della sorte, e ora la nuova gestione targata Elliott è riuscita a chiudere l’accordo sfuggito ai francesi. Per il Biscione è la «conferma di quanto la credibilit­à e la forza dei contenuti e dei canali gratuiti Mediaset siano irrinuncia­bili per le offerte pay distribuit­e su qualsiasi piattaform­a video». Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi incasserà 46 milioni in tre anni per la cessione dei contenuti a Tim.

L’intesa strategica è di carattere commercial­e e dunque non cambia nulla nei rapporti tra Mediaset e Vivendi, che pur essendo andata in minoranza nel board resta sempre prima azionista di Tim, sebbene in causa con il gruppo di Cologno che ha chiesto 2 miliardi di danni ai francesi per il mancato acquisto di Premium.

La Borsa ha reagito con freddezza all’annuncio dell’accordo: Mediaset ha perso lo 0,7% mentre per Tim la seduta è stata più pesante ed è terminata con un ribasso del 3,8%. Possibile che dopo la corsa delle scorse settimane legate alle speculazio­ni sulla battaglia Elliott-vivendi, chi aveva preso posizione abbia iniziato a vendere per incassare il profitto. Ma sull’andamento a Piazza Affari avrebbe pesato anche Tim Brasil e in particolar­e la decisione di Tim di far pagare alla controllat­a brasiliana le royalties per l’utilizzo del marchio: lo 0,5% del fatturato a partire dal secondo trimestre di quest’anno e lo 0,7% nei prossimi due. Alla base della richiesta ci sarebbero dei motivi fiscali, ma gli analisti temono che questo possa essere il preludio a conti meno brillanti delle attese per Tim, anche se a livello consolidat­o l’impatto sarà nullo.

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Al vertice Da sinistra Pier Silvio Berlusconi, 49 anni, amministra­tore delegato di Mediaset. Accanto Amos Genish, 57 anni, al timone di Tim

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