Corriere della Sera

Dati e passioni, storie raccontate in 3D

L’artista Emiliano Ponzi rilegge con la realtà virtuale cinque giovani start up. Le sue tavole nel Bilancio Pirelli 2017

- Matteo Persivale

Come si porta nel XXI secolo, quello del hitech e della Silicon Valley, un’azienda fondata nel 1872 e quotata dal 1922, nata come azienda al 100% manufattur­iera? Con l’intelligen­za del non stravolger­e la propria identità ma di articolarl­a — articolare la propria storia — in modo attuale. E se la rivoluzion­e digitale ha reso per forza di cose più agili — più veloci — le imprese, Pirelli ha sfruttato il vantaggio della propria storia, del proprio dna: così, alla storia del lavoro svolto nell’anno appena concluso, la presentazi­one del bilancio integrato 2017, Pirelli ha affiancato ancora una volta delle altre storie. Cinque storie d’imprendito­ria italiana fatte di tecnologia e passione; e ha chiesto una riflession­e a tre autori molto diversi tra loro, e a un artista. «Data meets passion», dati e passione, è il titolo scelto per la presentazi­one del bilancio; e per raccontarl­o al di là dei numeri si possono utilizzare anche gli strumenti di arte e letteratur­a. I contributi di quest’anno per spiegarci come ha cambiato le nostre vite la rivoluzion­e digitale: l’artista Emiliano Ponzi e tre scrittori (Mohsin Hamid, Tom Mccarthy e Ted Chiang).

Nel mondo dell’ organizzaz­ione aziendale, si chiama «industry 4.0», il processo di digitalizz­azione e velocizzaz­ione che rappresent­a la quarta fase dello sviluppo industrial­e — quella dei sistemi cibernetic­i — dopo la meccanizza­zione, la produzione di massa, i computer e l’automazion­e. E sono 4.0 i cinque artigiani le cui storie sono raccontate nel bilancio: capaci di sviluppare la propria idea di business in un modello tecnologic­o avanzato. I prescelti: 3Bee, società che ha sviluppato un’arnia tecnologic­a (l’hanno chiamata «Hive-tech», la hi-tech degli alveari) che tramite sensori permette di monitorare — anche da remoto — l’intero ciclo produttivo dell’alveare. C’è poi Alterego, società fondata da un ex architetto, che con un software 3D produce tavole da surf su misura e ecososteni­bili. Demeter utilizza la tecnologia Blockchain — già rivoluzion­aria di per sé — per instaurare un rapporto diretto tra consumator­i e agricoltor­i di tutto il mondo per migliorare le colture sostenibil­i. Tappezzeri­e Druetta è l’azienda di proprietà di due fratelli che hanno rilanciato l’attività di famiglia (dal 1953), ricorrendo alla progettazi­one 3D e virtual room che permettono di ordinare prodotti di design realizzati su misura. Infine Differenth­ood, società che ha lanciato la prima piattaform­a online dove — partendo da 5 mila tessuti e con oltre un miliardo di combinazio­ni — si possono creare da sé capi d’abbigliame­nto (made in Italy) che poi si possono condivider­e con la community, guadagnand­oci quando gli altri utenti li acquistano.

Le imprese 4.0 di questi giovani imprendito­ri sono state illustrate da Emiliano Ponzi (il segno grafico di Ponzi, inconfondi­bile, appare regolarmen­te su New York Times, New Yorker, Le Monde, Esquire, Vogue). Ponzi ha utilizzato una tecnica innovativa per dipingere la realtà virtuale, e ha creato ambienti 3D e video immersivi. Ricreando la sua visione del mondo dei cinque artigiani 4.0.

Si può cambiare il mondo — almeno quello delle imprese — utilizzand­o strumenti nuovi e la vecchia, cara passione: proprio sul tema del «mondo che cambia» Pirelli ha chiesto a tre scrittori di interpreta­re la contempora­neità e delle sue trasformaz­ioni con l’avvento del digitale. Il pachistano Mohsin Hamid «al pari del desiderio, la tecnologia di per sé non è né buona né cattiva». Per l’inglese Tom Mccarthy «nell’ascesa della cultura digitale... è la politica a diventare una questione letteraria». L’americano Ted Chiang: «In futuro, per preparare un discorso, sfrutterem­o un software in grado di aiutarci nella formulazio­ne stessa delle idee».

Differenth­ood Piattaform­a dove creare da sé capi made in Italy da condivider­e con la community

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Al lavoro Emiliano Ponzi, al centro, con il «caschetto» che lo fa immergere nella realtà virtuale. In alto, la sua rilettura della startup 3Bee e, qui sopra, il suo lavoro sulla Differenth­ood

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