Giordano, Agnelli e l’etica dei giovani
L’incontro Oggi il dibattito sul libro «Divorare il cielo» (Einaudi) con il romanziere e il musicista
Un romanzo che affronta profondi temi esistenziali, l’etica e l’innamoramento, la responsabilità e l’utopia, la fede e il campo in cui la fede trova realizzazione (che sia il lavoro, o il rispetto per i viventi, o altro), ciò in cui si crede e ciò in cui credono gli altri.
Divorare il cielo (Einaudi) di Paolo Giordano racconta, certo, la storia di Teresa, Bern, Tommaso e Nicola, le quattro anime diverse di una comunità al limite dell’utopia, tra amore e lavoro della terra, in una masseria al mare, dove la natura aspra ma generosa sembra accordarsi con una «regola» di vita, genuina e «morale» a modo suo. Ma il libro, che viene presentato oggi al Salone di Torino, in Sala gialla (alle 18.30) offre soprattutto un ritratto delle generazioni di giovani e quasi giovani a cavallo dei due secoli, quella di Giordano (che è nato a Torino nel 1982) e quelle vicino e intorno alla sua. Non è un caso, infatti, che a presentare il libro sia presente insieme allo scrittore, all’incontro del Salone, anche il musicista Manuel Agnelli (1966), fondatore del gruppo degli Afterhours, un artista con cui lo scrittore torinese ha una lunga familiarità.
«Io e Manuel Agnelli — spiega Paolo Giordano — abbiamo una frequentazione artistica che prosegue da diversi anni, a cominciare da quando Manuel mi chiamò per il tour dell’album Hai paura del buio?, cui parteciparono vari autori e artisti. Poi io ho portato in giro una serie di reading con lui, e più di recente sono stato invitato alla sua trasmissione, Ossigeno».
Ma, naturalmente, è proprio l’interesse per i «valori» delle giovani generazioni a costituire un terreno comune, intorno al quale i due autori costruiranno l’incontro al Salone: Giordano è lo scrittore che ha affrontato i temi dell’amore e dell’isolamento dell’individuo al sorgere del nuovo millennio, nel suo primo libro, La solitudine dei numeri primi (Mondadori). «E Manuel — prosegue Giordano — è uno che ha sempre riflettuto molto sul rapporto tra le generazioni e su quale tipo di idea etica, politica, e così via, dovrebbe guidarlo». E questo, conclude lo scrittore, è proprio quello di cui parla il libro.