Lega e 5 Stelle: siamo pronti
Vertice notturno tra i due leader su nomi e programmi. Mattarella si tiene l’ultima parola Oggi Salvini e Di Maio salgono al Quirinale, ma si tratta ancora sul premier
Salvini e Di Maio oggi andranno al Quirinale con il nome condiviso del premier. Sarà un politico. Il nodo del presidente del Consiglio della coalizione giallo-verde è stato al centro di una serie di incontri tra il segretario leghista e il capo dei Cinque Stelle. Se il profilo del nome concordato da Di Maio e da Salvini supererà l’esame del Colle, spetta infatti a Mattarella nominare il presidente del Consiglio, ci sarà ancora da lavorare — nella notte c’è stato un nuovo vertice — per sciogliere gli ultimi dubbi.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno fatto sapere di aver chiamato il Quirinale perché, hanno detto a chi ha risposto al Colle quando era già domenica sera, sono «pronti a riferire su tutto» in vista della formazione di un governo giallo-verde sostenuto dal M5S e dalla Lega.
Probabilmente, il nome del futuro premier, individuato dai due leader, verrà fatto oggi direttamente al presidente della Repubblica che si appresterebbe a convocare per questo pomeriggio (o per domani pomeriggio) le delegazioni dei due partiti che hanno raggiunto un’intesa per far partire il 65° governo della Repubblica quando sono passati più di 70 giorni dalle elezioni del 4 marzo. Se il profilo del nome «terzo» concordato da Di Maio e da Salvini supererà l’esame del Quirinale, spetta dunque a Sergio Mattarella nominare il presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, i ministri.
I due leader, riuniti nella notte, si rivedranno oggi a Roma perché, evidentemente, il «contratto» tra M5S e Lega ancora non è stato perfezionato: il presidente del Consiglio deve essere «sempre un politico mai un tecnico», ha detto Di Maio che ha pure cancellato la sua intervista in tv con Fabio Fazio prevista per ieri sera. Mentre Salvini ha smentito che al Quirinale verrà portata una rosa di nomi: «E che facciamo? Portiamo una squadra di calcio?». In realtà, la trattativa sul programma tra le due squadre — ospiti ieri del Pirellone a Milano — è sembrata ancora in salita. I due «capi», poi, si sono staccati dal tavolo e nel pomeriggio si sono incontrati, lontani dalle telecamere, nello studio del grillino Stefano Buffagni, considerato ormai l’«uomo ombra di Di Maio». Resta da capire se il nome del candidato premier che verrà indicato al Quirinale abbia lo stesso gradimento da parte del M5S e della Lega.
Per tutta la domenica, i toni di Di Maio sono apparsi più vicini all’entusiasmo: «Certo che ci vuole un po’ di tempo, stiamo scrivendo la storia...». Mentre Salvini è stato più avaro di toni trionfalistici: «Si lavora su tutto, giorno e notte, e poi vediamo di arrivare a una conclusione...».
Sul contratto di governo le due delegazioni si sono date un nuovo appuntamento oggi, per le 14.30, alla Camera, perché sono rimasti in ballo tre capitoli non di secondaria importanza: la revisione dei trattati Ue, le grandi opere strategiche (tra le altre, Tav e Tap), la sicurezza. «Il reddito di cittadinanza è nel contratto», ha detto Laura Castelli (M5S). Per ora, invece, il conflitto di interessi rimane solo un titolo (senza approfondimenti) nella lista concordata tra M5S e Lega.