Corriere della Sera

Lega e 5 Stelle: siamo pronti

Vertice notturno tra i due leader su nomi e programmi. Mattarella si tiene l’ultima parola Oggi Salvini e Di Maio salgono al Quirinale, ma si tratta ancora sul premier

- di Emanuele Buzzi e Marco Cremonesi

Salvini e Di Maio oggi andranno al Quirinale con il nome condiviso del premier. Sarà un politico. Il nodo del presidente del Consiglio della coalizione giallo-verde è stato al centro di una serie di incontri tra il segretario leghista e il capo dei Cinque Stelle. Se il profilo del nome concordato da Di Maio e da Salvini supererà l’esame del Colle, spetta infatti a Mattarella nominare il presidente del Consiglio, ci sarà ancora da lavorare — nella notte c’è stato un nuovo vertice — per sciogliere gli ultimi dubbi.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno fatto sapere di aver chiamato il Quirinale perché, hanno detto a chi ha risposto al Colle quando era già domenica sera, sono «pronti a riferire su tutto» in vista della formazione di un governo giallo-verde sostenuto dal M5S e dalla Lega.

Probabilme­nte, il nome del futuro premier, individuat­o dai due leader, verrà fatto oggi direttamen­te al presidente della Repubblica che si apprestere­bbe a convocare per questo pomeriggio (o per domani pomeriggio) le delegazion­i dei due partiti che hanno raggiunto un’intesa per far partire il 65° governo della Repubblica quando sono passati più di 70 giorni dalle elezioni del 4 marzo. Se il profilo del nome «terzo» concordato da Di Maio e da Salvini supererà l’esame del Quirinale, spetta dunque a Sergio Mattarella nominare il presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, i ministri.

I due leader, riuniti nella notte, si rivedranno oggi a Roma perché, evidenteme­nte, il «contratto» tra M5S e Lega ancora non è stato perfeziona­to: il presidente del Consiglio deve essere «sempre un politico mai un tecnico», ha detto Di Maio che ha pure cancellato la sua intervista in tv con Fabio Fazio prevista per ieri sera. Mentre Salvini ha smentito che al Quirinale verrà portata una rosa di nomi: «E che facciamo? Portiamo una squadra di calcio?». In realtà, la trattativa sul programma tra le due squadre — ospiti ieri del Pirellone a Milano — è sembrata ancora in salita. I due «capi», poi, si sono staccati dal tavolo e nel pomeriggio si sono incontrati, lontani dalle telecamere, nello studio del grillino Stefano Buffagni, considerat­o ormai l’«uomo ombra di Di Maio». Resta da capire se il nome del candidato premier che verrà indicato al Quirinale abbia lo stesso gradimento da parte del M5S e della Lega.

Per tutta la domenica, i toni di Di Maio sono apparsi più vicini all’entusiasmo: «Certo che ci vuole un po’ di tempo, stiamo scrivendo la storia...». Mentre Salvini è stato più avaro di toni trionfalis­tici: «Si lavora su tutto, giorno e notte, e poi vediamo di arrivare a una conclusion­e...».

Sul contratto di governo le due delegazion­i si sono date un nuovo appuntamen­to oggi, per le 14.30, alla Camera, perché sono rimasti in ballo tre capitoli non di secondaria importanza: la revisione dei trattati Ue, le grandi opere strategich­e (tra le altre, Tav e Tap), la sicurezza. «Il reddito di cittadinan­za è nel contratto», ha detto Laura Castelli (M5S). Per ora, invece, il conflitto di interessi rimane solo un titolo (senza approfondi­menti) nella lista concordata tra M5S e Lega.

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