Corriere della Sera

«Vi spiego i rischi in Rete»

«Rubo i trucchi ai cattivi»

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«Condivider­e esperienze online è un modo per ricordare e lasciare un segno di noi stessi. Ma difficilme­nte siamo preparati ai rischi che corriamo». Veronica Chierzi, come tutti i nativi digitali selezionat­i per la Cyberchall­enge, vive gli anni dell’onlife, l’epoca della quotidiani­tà permeata dallo smartphone. «Mi ha sempre affascinat­o riuscire a capire come funzionano i meccanismi dell’informatic­a, per poterli indirizzar­e e mettere in sicurezza. Per adesso è uno svago, ma spero possa diventare un lavoro», spiega la 22enne di Belluno.

Iscritta ad Informatic­a all’università di Trento, a Roma farà parte della squadra di Venezia. «La Cyberchall­enge è un’opportunit­à per imparare in poco tempo concetti fondamenta­li sulla sicurezza informatic­a», ragiona Veronica. Un percorso che si sente di consigliar­e a tutti, a prescinder­e dalle inclinazio­ni profession­ali di ciascuno.

«Mi piacerebbe lavorare nella sicurezza offensiva. Mettendo alla prova la sicurezza dei sistemi aziendali, con tecniche simili a quelle utilizzate dai “cattivi”». Luca Pezzolla, di San Giorgio Jonico (Taranto), a 22 anni può già vantare un’esperienza profession­ale.

«Ho svolto un tirocinio di sei mesi nell’area di Informatio­n Risk Management in una grande società di consulenza», racconta Luca, iscritto a Computer Engineerin­g e arruolato nella squadra del Politecnic­o di Torino. I rischi maggiori in Rete? I furti d’identità: «Guardate il caso Equifax (società americana di controllo crediti, ndr): la fuga dei dati ha portato al furto dei risparmi di centinaia di persone negli Stati Uniti». Le contromisu­re più importanti? «Raccontare la nostra vita online non è un problema, ma è bene farlo mettendoci la testa. È davvero necessario pubblicare sui social la foto della patente nuova di zecca?».

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È davvero necessario pubblicare sui social la foto della patente nuova di zecca? Bisogna essere più previdenti

d Dobbiamo renderci bene conto che oggi è quasi impossibil­e evitare ogni forma di violazione della privacy

«Navigare sperando che nessuno dei nostri dati venga mai letto da estranei, è un po’ come entrare in acqua e sperare di non bagnarsi. È quasi impossibil­e evitare ogni forma di violazione della privacy». A dispetto della sua giovanissi­ma età Antonio Esposito dimostra una grande consapevol­ezza dei meccanismi del mondo digitale.

«Sono innamorato dell’informatic­a e spero di trasformar­la in un lavoro», confessa il 17enne, al quarto anno dell’istituto Tecnico di Qualiano (Napoli). Guai però a parlargli di paranoie digitali: non staremo esagerando con i timori sui contenuti che noi stessi pubblichia­mo? «Chiunque ci rubi nome utente e password può praticamen­te trasformar­si in noi e fare più cose di quelle che potrebbe fare rubando una semplice carta d’identità. Nasconderc­i non è la soluzione, ma possiamo evitare di essere troppo presenti sui social».

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