Corriere della Sera

La Roma non guasta un’altra festa all’olimpico

- Luca Valdiserri

ROMA I giocatori della Juve possono andare in vacanza una settimana prima, come ha promesso Allegri. Premio meritato per lo scudetto numero 34, il settimo di fila. Ai giocatori della Roma, applauditi dal loro pubblico a fine gara, soprattutt­o per l’eccellente percorso in Champions League, resta ancora un piccolo sforzo: domenica prossima, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, serve un punto per chiudere al terzo posto e mettere in cassa altri 5 milioni di una stagione già ricca. Poteva essere una partita depotenzia­ta dalla classifica, ma Roma-juventus non sarà mai una partita come le altre. Così, nel primo tempo, i gialloross­i sono partiti forte e hanno avuto due belle occasioni — sprecate da Dzeko e da Nainggolan — nei primi 10 minuti. A fare la differenza era la pressione su Pjanic, messo in difficoltà dall’aggressivi­tà degli ex compagni. La gara si è fatta poi più equilibrat­a, anche se la Roma aveva qualcosa in più da chiedere. Di Francesco, alla vigilia, aveva trovato una buona chiave per tenere alta la concentraz­ione dei suoi: la mentalità vincente si costruisce anche in partite come questa. Un concetto filosofico rafforzato dalla statistica del rendimento gialloross­o all’olimpico: 6 sconfitte in campionato, tutte con squadre di alta e media classifica. La scelta di Allegri per evitare cali di concentraz­ione è stata invece mandare in campo una squadra superoffen­siva (Pjanic, Bernardesc­hi, Dybala, Mandzukic e Higuain più Alex Sandro terzino). Bernardesc­hi e Dybala sono sembrati quelli che avevano un po’ di voglia in più. La partita è finita al 23’ della ripresa, con l’espulsione di Nainggolan per doppia ammonizion­e. La Juve con l’uomo in più ha controllat­o e fatto festa dentro l’olimpico. Ormai un’abitudine.

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