La corsa (italiana) a New York
È organizzata dalla società che gestisce la maratona Il numero uno Capiraso: è per il bisnonno emigrato Gara di 8 km a Central Park
«Lo dovevo al mio NEW YORK bisnonno: è arrivato qui dal nostro Paese nel 1910 e ha sperato per tutta la vita di vedere una corsa italiana a New York» dice Mike Capiraso, l’amministratore delegato di New York Road Runners, l’associazione che ogni anno organizza la più celebre maratona del mondo e altre manifestazioni sportive. Dopo anni di attesa, superate le difficoltà organizzative, arriva l’ora della Italy Run by Ferrero che verrà corsa a New York domenica 3 giugno.
Cinque miglia (otto chilometri) dentro Central Park: può sembrare un evento ordinario, ma non lo è. In passato manifestazioni simili sono state organizzate solo per Giappone, Francia ed Emirati Arabi. Difficoltà e costi a New York sono sempre enormi. Ma anche l’entusiasmo lo è: già più di 10 mila iscritti quando mancano ancora due settimane all’evento (il doppio delle adesioni raccolte dalla corsa giapponese). Correranno anche 500 ragazzi, mentre manifestazioni culturali, ricreative, culinarie e filantropiche (dell’associazione italoamericana per la ricerca sul cancro) organizzate nel parco a margine dell’evento sportivo promettono di fare di questa manifestazione l’evento italiano più affollato dopo la parata del Columbus Day.
Un evento per certi versi più moderno e più «ecumenico» col suo richiamo sportivo (al- l’italy Run si sono iscritti an- che molti americani) che il console italiano Francesco Genuardi, promotore dell’iniziativa assieme al direttore generale della Ferrero, Aldo Uva, maratoneta e sponsor, ha voluto organizzare nel weekend della Festa della Repubblica.
«Non vedo l’ora» continua a ripetere in italiano, durante la presentazione, George Hirsch, un giovanottone altissimo e magrissimo di 84 anni che è il presidente e l’anima dei Road Runners fin da quando, nel 1976, aiutò Fred Lebow a organizzare la prima maratona attraverso i cinque borough di New York (in precedenza si correva nel parco, sul percorso che verrà riproposto il 3 giugno). E la corse in 2 ore e 49 minuti. Da allora le ha fatte quasi tutte (record personale 2h38” a 44 anni di età) fino al 2009 quando, a 75 anni, si è ufficialmente ritirato.
Ma Hirsch, che è stato editore di riviste sportive e di fitness (Runner’s World, Men’s Health) e telecronista, ha continuato a correre su distanze più brevi anche oltre gli 80 anni. E non si ferma: travolgente anche nel suo amore per l’italia nato quando, da giovane ufficiale della Marina statunitense, visse per quattro anni a Napoli. Continua nel suo italiano stentato: «Ve lo dobbiamo, da Laguardia a Frank Sinatra che canta l’inno di New York, questa è una città italiana. E la maratona, con più di tremila corridori che ogni anni arrivano dall’italia, prima o seconda colonia straniera, ha anch’essa i colori del vostro Paese».
Difficoltà organizzative superate grazie all’entusiasmo e ai rapporti personali che legano tanti maratoneti impegnati nell’impresa: dai capi dei Road Runners ad Aldo Uva di Ferrero, sponsor principale affiancato da Banca Intesa, Technogym, Lavazza e Fiatchrysler, alla viceconsole Isabella Periotto (che tornerà a correre poche settimane dopo aver partorito Vittorio) e allo stesso Genuardi.