Emma si confessa «Non mi nascondo»
La star sul palco parla di donne e diritti
● Emma è nata a Firenze il 25 maggio 1984. Salita alla ribalta come cantante dopo la vittoria, nel 2010, del talent «Amici», Emma ha poi vinto anche Sanremo nel 2012 con il brano «Non è l’inferno». Ha pubblicato 5 album in studio: l’ultimo, «Essere qui», è uscito il 26 gennaio scorso
● Partito dal Palalottomatica di Roma, il tour di «Essere Qui» prosegue a Milano (stasera), Torino (domani); Padova (il 21), Firenze (23), Acireale (26), Napoli (28)
Emma al massimo della sincerità. E del divertimento: «Dopo otto anni vissuti da matta, inizio a star bene veramente. Sono me stessa e mi sento migliore, bella, amata, accettata, forte» spiega dopo il concerto d’apertura dell’essere qui tour, al Palalottomatica a Roma (stasera si replica al Forum di Assago). Si vede: imbraccia la chitarra («una Gibson acustica e una Gretsch» specifica), si spoglia sensuale (anche del reggiseno) e si riveste in scena, sagoma nera in controluce («non ho nulla da nascondere»). Viene sollevata da una pedana e si cala in mezzo al pubblico: fare da rocker, anche se non mancano nella folta scaletta arrangiamenti jazz e blues. «Non ho voluto la sezione ritmica dei Jamiroquai per fare la figa» precisa (nella band Paul Turner e Derrick Mckenzie).
L’impatto visivo è forte: la scenografia, da lei disegnata, rappresenta un locale dal nome Exit su due livelli, collegati da un’asta su cui si lascia scivolare giù («quanti anni ho trascorso a bussare a vuoto alle porte dei club»). Le parole studiate, quando allude alle vendite del disco, non al top: «La qualità fa la differenza, non i numeri. Dire poi che il tour non è sold out è scorretto, e tocca noi tutti. Siamo una famiglia». E prima, ai fan, adolescenti, e adulti sfrenati(in platea anche Giuliano Sangiorgi, Gabriele Muccino, Valeria Solarino, Edoardo Leo): «Chi se ne frega se il terzo anello non è pieno».
Attacca: «Non stanno bene quelli che a Roma hanno affisso manifesti parlando in maniera obbrobriosa dell’aborto. Non stanno bene quelli che offendono gli omosessuali. Il mio pubblico non tratta le donne come cose». Una dedica è per Roma, «la mia seconda città. Mi spiace quando se ne parla male. È una donna bellissima e sincera. Come si può non aver voglia di fare l’amore con lei. Io arrabbiata? Ho il broncio naturale. Me lo diceva mia mamma da piccola. Ero una bambina pensante. Ogni cosa al momento giusto: ora dovevo alzare l’asticella».