Corriere della Sera

La malinconia di «Scanzoniss­ima», un game show già visto

- Di Aldo Grasso

S i può cantare a piedi nudi su ceci, pasta secca e mattoncini Lego? O calati in una vasca di acqua ghiacciata o in equilibrio su un disco rotante? Si può cantare sfidando piccole scosse elettriche? Si può tutto in television­e, basta volerlo.

«Scanzoniss­ima» è il nuovo game show condotto da Gigi e Ross, prodotto nel Centro di produzione Rai di Napoli da Nonpanic. Gli altri Centri (penso a Torino) agonizzano, ma a Napoli ogni anno se la suonano e se la cantano. Cos’è «Scanzoniss­ima»? In apparenza è la versione italiana di un format che con diverse denominazi­oni è stato adattato in 27 Paesi, tipo «Sing if you can» in Gran Bretagna, «Canta si puedes» in Spagna, «Killer Karaoke» negli Usa. La retorica del politicame­nte corretto suggerisce all’italia di non usare animali calpestabi­li (anguille, scarafaggi…), ma piuttosto giochi da spiaggia.

Chissà perché, ma questi format hanno un che di già visto che mette malinconia: sarà l’estate incipiente, sarà il bamboccism­o diffuso, sarà che i format internazio­nali sanciscono la globalizza­zione delle ideuzze, sta di fatto che non è un bello spettacolo vedere Rettore o Valerio Scanu, rispettiva­mente capitani delle squadre «Inibeatles» e «Beejeans», con il secchiello e la paletta (metafore). Gigi e Ross sono quelli di «Sbandati» (ironici, spiritosi, consapevol­i della materia che trattano) o quelli eternament­e incompiuti di «Made in Sud», visto che il programma è scritto da Dario Massimo Viola, Paolo Mariconda, Marco Pantaleo, Davide Tapperomer­lo, con la regia di Sergio Colabona?

Per carità, divertirsi è più che lecito, ma dalla Rai ci si aspettereb­be una proposta meno banale. Non dico una diagnosi ironica e disperata della realtà politica che stiamo vivendo (quando il potere nasce dalla frustrazio­ne, dal nulla), ma almeno la carità di un’altra rumba, di una risata che ci tenga svegli. È chiedere troppo? Sì.

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