La base: Matteo, attento ai grillini Nei gazebo va l’intesa «scremata»
Sulla scheda soli punti cari alla Lega. Voto aperto ai non iscritti
«Attento ai grillini, Matteo». «E a Di Maio. Di lui non ci fidiamo, non lo vogliamo premier». Ma nella piazza del centro commerciale milanese la preoccupazione dell’elettore-medio del Nord, alla fine, salta fuori: il reddito di cittadinanza. Non è che così si finisce per dare i soldi a quelli che non han voglia di lavorare? «A quelli di giù», sintetizza un’altra voce anonima. Interrogativi legittimi e diffusissimi da queste parti, al Portello, uno dei nuovi quartieri residenziali della metropoli del Nord. Il popolo dello shopping del sabato pomeriggio acclama Salvini, riconosce nel segretario della Lega il nuovo leader. Bagni di folla simili, a Milano, si ricordano solo per il Silvio Berlusconi dei bei tempi. Ora c’è «Matteo». «Salvini, un selfie anche con me».qualcuno gli mette in braccio persino il cane per la foto di rito. Così per centinaia di volte, fino allo sfinimento.
È il reddito di cittadinanza però la vera incognita. Il popolo vuole sapere chi andrà a Palazzo Chigi, ma anche sui contenuti pretende chiarezza. Qualcuno si mette pure in coda per votare Sì o No al contratto di governo. Trecento persone, solo nel gazebo allestito al Portello. «Non ci aspettavamo così tanta gente. Sono quasi tutti per il Sì, ma qualcuno che critica e che mette la croce sul No si trova», racconta il neo-parlamentare milanese Igor Iezzi. Il protocollo non è esattamente rigidissimo. Basta lasciare un nome, un indirizzo e una firma; non ci vogliono documenti, tantomeno autocertificazioni di «fede» leghista. Volendo uno potrebbe votare decine di volte solo cambiando di seggio. Nessuno d’altronde la mette giù troppo dura: «Può votare anche chi non è leghista. I gazebo hanno un valore di massima, per registrare l’aria che tira, non sono mica un congresso di partito». Nell’opuscolo informativo che elenca i principali punti del contratto, il reddito di cittadinanza non compare. Un’amnesia non casuale. «È il gazebo della Lega, ho messo i punti che stanno più a cuore a noi», ammette lo stesso Salvini. Ed è stato così anche per il voto dei militanti Cinque Stelle sulla piattaforma Rousseau, d’altra parte. Ma la gente del Nord non ri ribellerà al reddito per tutti? «Vigileremo perché i soldi di chi lavora vadano a chi ne ha davvero bisogno», dice il segretario.
Al gazebo ci sono gli attivisti leghisti del quartiere e con loro il consigliere di municipio Stefano Pavesi, conosciuto per essere vicino a Lealtà e Azione. Un gruppetto di militanti di destra volantina peraltro ai margini della piazza senza che nessuno o quasi se ne accorga. Il popolo non ha occhi che per «Matteo». Solo sull’alleanza con Berlusconi gli animi si dividono tra chi chiede di non archiviare il centrodestra e chi invece vuole liberarsi dell’alleato storico e ingombrante. «In ogni caso — dice un elettore che esce dal gazebo — non siamo stati noi a tradire Berlusconi». Ancora selfie. Poi un caffé nel bar della piazza, e altre mani da stringere, e nuove rassicurazioni. Una signora vuole garanzie sugli asili gratuiti per tutti. «Ma mica per gli stranieri, eh. Su questo niente sconti, mi raccomando».