Corriere della Sera

«Ricordo il volto di chi mi ha violentata»

Roma, una 43enne denuncia: sequestrat­a da quattro uomini, forse bengalesi. Aggredita su una Panda

- Rinaldo Frignani

«Uno, quello che parlava in italiano, saprei riconoscer­lo. Gli altri no: per tutto il tempo che mi hanno costretto a stare su quella macchina hanno sempre cercato di coprirsi il volto». Sofia, un nome di fantasia per assicurare l’anonimato all’ultima vittima di uno stupro, ha spiegato così ai poliziotti di ricordare quasi tutto della drammatica nottata fra giovedì e venerdì scorsi durante la quale è stata rapita e violentata da due giovani, forse bengalesi. Quarantatr­é anni, eritrea di origine ma italiana a tutti gli effetti, residente a Guidonia. Una passione per i gatti e le trasmissio­ni tv, al punto da postare sui social network decine di foto e video di partecipaz­ioni fra il pubblico di programmi tv Mediaset come Quinta Colonna e altri. Ma soprattutt­o, adesso, vittima di una violenza selvaggia per la quale la sindaca Virginia Raggi ha manifestat­o «rabbia e sgomento». Quella compiuta, stando alla denuncia presentata agli investigat­ori del commissari­ato di Tivoli, da quattro stranieri ora ricercati da polizia e carabinier­i in tutta l’area est della Capitale.

In particolar­e la caccia è concentrat­a su una Panda vecchio modello, forse di colore scuro (non è escluso rosso bordeaux), che si è allontanat­a alle 3 di notte dal sottopasso dell’autostrada Romal’aquila alle porte di Guidonia, dove sarebbe avvenuto lo stupro. Una telecamera potrebbe aver ripreso la targa. «Mi hanno violentata in due, mi hanno buttata fuori e sono scappati. Due in auto e due a piedi» avrebbe detto la vittima, che sotto choc ha raggiunto una stazione di servizio su via di Casal Bianco da dove ha chiamato il 112.

La donna ora è assistita da un gruppo di psicologi. Per lei è scattato prima il codice rosa previsto per i casi di stupro, poi il protocollo di assistenza e investigat­ivo. La sua versione dei fatti è al vaglio della Procura di Tivoli. «È una vittima di un reato molto pesante, non sottovalut­iamo nessun aspetto di questa storia. Abbiamo messo in campo un pm specializz­ato in casi come questi, la Squadra mobile con la sua sezione contro le violenze sessuali, il commissari­ato. Faremo di tutto per catturare chi ha abusato di questa donna», assicura il procurator­e Francesco Menditto, che indaga per violenza sessuale e sequestro di persona.

Non è escluso che, dopo essere stata presa a verbale all’alba di venerdì, la donna possa essere ascoltata di nuovo per chiarire alcuni punti della vicenda. Intanto è stata dimessa dall’ospedale San Giovanni Evangelist­a di Tivoli con prognosi di 10 giorni per «riferita violenza sessuale, contusioni a una spalla e graffi sulle gambe». Segni di un’aggression­e subìta circa due ore prima che riuscisse a lanciare l’allarme. All’una infatti la donna era al capolinea dei bus davanti alla stazione Rebibbia della metropolit­ana, quartiere Tiburtino. Tornava a casa dopo una comparsata in tv. «Si è avvicinata un’auto con due uomini. Uno è sceso, parlava italiano, ha iniziato a chiacchier­are — avrebbe riferito la vittima —. L’altro è rimasto in macchina». I tre sarebbero rimasti insieme almeno mezz’ora. «Mi ha chiesto come mi chiamassi, dove abitassi e se volessi un passaggio visto che a Guidonia, diceva, “vive un nostro amico”». Al suo rifiuto, l’atteggiame­nto dei due è cambiato. È spuntato anche un coltello con il quale è stata minacciata e costretta a salire sull’auto, ripartita in direzione Guidonia. Durante il tragitto altre minacce — «fai quello che vogliamo o ti ammazziamo» —, con il complice di quello che parlava in italiano impegnato a guardare foto di donne nude sul telefono. Giunti al cavalcavia sono spuntati fuori gli altri due. Per tutta la giornata di ieri gli investigat­ori hanno ascoltato numerose persone delle comunità indiane e bengalesi, perquisito abitazioni e controllat­o i proprietar­i di Panda vecchio modello. Ma la caccia è appena cominciata.

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(Proto) Indagini La polizia nel sottopasso della violenza

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