Corriere della Sera

Tragedia e misteri dell’ex Playmate Si getta nel vuoto col bimbo di 7 anni

New York, aveva frequentat­o anche De Niro

- (Foto Ap)

«Il mio aspetto e il gusto per abiti costosi non sono indizi di superficia­lità: apparenza e stile non significan­o mancanza di cervello». Stephanie Adams, una modella che nel 1992 era finita sulla copertina di Playboy come Playmate di quel novembre, ci teneva a non passare per una bellona sfiorita in crisi esistenzia­le. A 47 anni era una donna sempre molto bella e con talento imprendito­riale. Al tramonto come modella, non più sotto i riflettori (aveva avuto una breve relazione anche con Robert De Niro), si era reinventat­a creatrice di Goddessy, una linea di prodotti di bellezza per non più giovani per la quale aveva scelto un nome costruito fondendo due parole suggestive: dea e odissea. Poi si era messa a scrivere libri: guide pratiche con consigli di vita ispirati a uno stile new age.

Quella che l’altra mattina si è suicidata e ha ucciso il figlio Vincent di sette anni gettandosi nel vuoto dal 25esimo piano del Gotham Hotel, nel pieno centro di Manhattan, non era, insomma, una donna con l’incubo della giovinezza perduta. Il suo dramma, per quello che se ne sa, era familiare: un pessimo rapporto con l’ex marito, il chiroprati­co di Wall Street Charles Nicolai, tanto che gli incontri fra i due per la custodia di Vincent, affidato alla madre ma che il padre aveva il diritto di vedere periodicam­ente, avvenivano nel commissari­ato di polizia di Tribeca.

Il caso ha aspetti ancora da chiarire: dal perché Stephanie aveva scelto di pernottare in hotel pur disponendo di un La vicenda

● Stephanie Adams,

47 anni, era stata prima modella e poi aveva posato per «Playboy» (da Playmate nel novembre 1992)

● Era poi diventata autrice di libri di auto-aiuto e manager di una società online che si occupava di prodotti di bellezza. Si era battuta contro gli stereotipi sessisti e le accuse di superficia­lità appartamen­to a poca distanza dal Gotham, alla sua salute mentale. Con gli amici si mostrava sempre fattiva e di buon umore, nonostante le disavventu­re coniugali. Ma di recente era provata per via di una controvers­ia su Vincent: molto legata al bambino, forse addirittur­a in modo morboso (per stargli più vicina non lo mandava a scuola, preferendo la formula dell’homeschool­ing), la Adams voleva passare le vacanze estive con lui in Spagna, dove risiede il suo nuovo compagno.

Ma l’ex marito si era opposto e tre giorni fa un giudice gli aveva dato ragione ordinando la consegna del passaporto del bambino: un colpo per Stephanie che aveva detto ai suoi amici di sentirsi braccata. Ma, da donna volitiva che non drammatizz­ava (nemmeno gli incontri col marito in commissari­ato dove, diceva, Vincent va volentieri perché gli agenti lo trattano come la loro mascotte), la Adams sembrava in grado di gestire questa situazione Ex modella Stephanie Adams, 47 anni, era mamma di Vincent, 7 anni difficile. Invece qualcosa si deve essere rotto nel suo equilibrio psichico. Stephanie era una donna di talento: una ragazza di colore che aveva saputo sfruttare abilmente il suo mix razziale — afroameric­ana con origini in parte caucasiche, in parte risalenti alle tribù indiane dei cherokee È il termine inglese che indica l’istruzione svolta in un contesto domiciliar­e, al di fuori delle istituzion­i pubbliche e private. Si tratta di un fenomeno tipico del mondo anglosasso­ne

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