Corriere della Sera

«Cipriani, eroe dimenticat­o da Italia e Francia»

- Vittorio Emiliani

C’è un personaggi­o, morto 100 anni fa, il 1° maggio 1918, Amilcare Cipriani (1844), al quale lo Stato francese e quello italiano dovrebbero chiedere scusa, ricordando­lo per l’eroe e il patriota che egli realmente fu. Per l’unità d’italia ha combattuto a 16 anni a San Martino, ha disertato per essere coi Mille in Sicilia, di nuovo con Garibaldi a Bezzecca. Era col Generale all’aspromonte e dopo dovette, bi-disertore, fuggire all’estero, in Egitto, implicato in una oscura rissa in cui fu aggredito e non aggressore. Divenuto anarchico, rimase garibaldin­o e combatté come tale, per la Francia nel 1870. Alla Comune di Parigi, l’anno dopo, Cipriani fu comandante a Place Vendôme: il governo reazionari­o lo condannò ai lavori forzati e alla deportazio­ne in Nuova Caledonia per 8 anni e 8 anni li scontò, condannato senza prove, a Portolongo­ne per la rissa di anni prima in Egitto. Altri 3 gliene inflissero per i disordini di Roma del 1° Maggio 1891, imputati a lui. Nel 1897 accorse con una legione garibaldin­a in Grecia contro i Turchi, battendosi col solito valore; ferito gravemente a una gamba, accusato dai compagni anarchici di aver tradito la causa. Accusa ripetuta nel 1914, quando con personalit­à libertarie del livello di Kropotkin, Malato e Grave, si espresse a favore della Francia democratic­a contro gli Imperi centrali. Italia e Francia dovrebbero ricordarlo adeguatame­nte.

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