Corriere della Sera

«Vengo dalle grotte e le gocce di pioggia sulle lamiere mi sembravano applausi»

Fonte, il protagonis­ta di «Dogman»: da ragazzo non sapevo nemmeno cosa fosse un cinema

- Stefania Ulivi

CANNES «Il cinema italiano, come Lazzaro, quando non te lo aspetti resuscita». Alice Rohrwacher usa il titolo del suo film per comunicare una felicità generale. È stato veramente un piccolo grande trionfo italiano quello uscito da questa edizione di Cannes 71, persino al di là dei premi, sottolinea­to da quel grido con cui Roberto Benigni «Marcellooo» (come Sophia Loren con Mastroiann­i) ha chiamato sul palco l’attore che, il copyright è di Matteo Garrone, si è preso sulla spalle Dogman: è stato dopo averlo trovato che il regista romano ha ripreso in mano, dopo anni, il progetto del film.

È stato uno dei personaggi del festival Marcello Fonte, reggino di 40 anni (nato a Melito di Porto Salvo), romano dal 1999, quando ha iniziato, sulle orme del fratello scenografo, a lavorare nello spettacolo. Un misto tra Buster Keaton e Peter Lorre, un personaggi­o che sembra uscito da un film di De Sica, i giornalist­i internazio­nali si sono sbizzarrit­i nella descrizion­e. Quel suo modo di pronunciar­e «amooore», mentre si prende cura dei suoi cani è già diventato un tormentone.

«Vengo dalle grotte calabresi, da ragazzo non sapevo neppure cosa fosse un cinema», racconta lui. Con Garrone si sono incontrati in un centro sociale di Roma. «Stavo seguendo un compagnia di ex detenuti al cinema Palazzo, un progetto di reinserime­nto di ex detenuti di Rebibbia». Si è trovato a sostituire un attore. «Ero quello che sapeva tutte le battute, avevo assistito alle prove». Il suo rapporto con il regista? «Abbiamo colorato insieme. Anche sporcandoc­i le mani, nel film c’è sporco vero. Lo ringrazio per aver rischiato puntando su di me». Quanto a Alida Baleari Calabria, sua figlia nel film: «Lei era la profession­ista. Le ho detto guidami tu, io non sono padre e lei invece è figlia».

Marcello era nel cast del mio film d’esordio «Corpo celeste» E sono molto felice di dividere questo momento di gioia con lui Rohrwacher

Il pubblico del Gran Theatre, che già faceva il tifo per lui, l’ha conquistat­o parlando di sé bambino. «Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sulle lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi adesso è vero sono qui e sento i vostri applausi. Il cinema è la mia famiglia, voi lo siete. Ogni granello della sabbia di Cannes è una meraviglia». Secondo Garrone, lui e Edoardo Pesce, che nel film è Simoncino, sembrano Al Pacino e Robert De Niro. Anche Alice Rohrwacher lo aveva tenuto d’occhio, Fonte era nel cast del suo film di esordio Corpo celeste. «Sono felice di dividere la gioia del premio con Marcello, è un grande attore. E sono felice del premio e dell’interesse sul film, mi piace che questa storia bislacca sia piaciuta a questa giuria a maggioranz­a femminile, vuol dire che si può ancora fare un cinema libero». Dice che Lazzaro è «la storia del viaggio del tempo di un giovane uomo innocente. Cerco qualcosa di semplice, nella semplicità trovo livelli diversi di profondità».

A chi ricorda i tanti rimandi del suo film al cinema italiano del passato, replica: «L’eredità è qualcosa che non riesci a controllar­e, come i tratti somatici che vengono dalla famiglia. Ho avuto grandi maestri ma non cerco il modo di imitarli. La sorpresa è ritrovarli magari in quello che faccio».

 ??  ?? Sul palco Marcello Fonte con Roberto Benigni (a sinistra) che gli ha consegnato il premio per il Miglior attore per «Dogman» di Matteo Garrone. Parlando del suo rapporto con il regista, ha detto: «Abbiamo colorato insieme, sporcandoc­i anche le mani....
Sul palco Marcello Fonte con Roberto Benigni (a sinistra) che gli ha consegnato il premio per il Miglior attore per «Dogman» di Matteo Garrone. Parlando del suo rapporto con il regista, ha detto: «Abbiamo colorato insieme, sporcandoc­i anche le mani....
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Alice Rohrwacher (a destra) premiata da Chiara Mastroiann­i per la sceneggiat­ura di «Lazzaro felice»
Acclamata Alice Rohrwacher (a destra) premiata da Chiara Mastroiann­i per la sceneggiat­ura di «Lazzaro felice»

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