Gattuso dà l’allarme «Milan, il 6° posto ci cambia la vita»
Nelle sue chiacchierate a Milanello con la statua di Nereo Rocco («Con un caffè in mano ci parlo spesso»), Rino Gattuso deve aver esternato grandi preoccupazioni. No, la settimana non è andata bene. C’è chi pensa già alle vacanze, chi al mercato, chi all’accoglienza che gli riserveranno i tifosi (questo è facile da indovinare). Rino è teso e non lo nasconde. «Sono più preoccupato ora che prima della sfida con la Juventus, sarà una partitaccia. Se vinco faccio 30 km a piedi. Questa non è l’ultima, ma la prima partita del nostro campionato». Perché le basi si mettono oggi, contro la Fiorentina senza più obiettivi, e in palio c’è quel «sesto posto che ci cambia la vita. Se arriviamo sesti possiamo andare in ritiro il 7 o il 9 luglio, stare a Milanello 10-11 giorni di fila, che è una vita che non si fa; mettere benzina nelle gambe e fissare subito le regole, fare la tournée in America e giocare la prima gara d’europa League a metà settembre. Al contrario dovremmo fare tutto in fretta». Gattuso spera di avere reso l’idea. Alla serata mancherà Suso, k.o. per una lesione muscolare. Ma l’allenatore farà di tutto perché lo spagnolo esca dal mercato e non manchi la prossima stagione. «Il problema è la clausola. Io ci ho parlato e lui non vuole andarsene, sta bene qui. Nessuno è venuto a dirmi che andrà via». Non lo ha fatto neanche Gigio Donnarumma, che però ha vissuto l’ennesima settimana tormentata, dopo gli errori e la maglia rifiutata dai tifosi. E che oggi potrebbe giocare la sua ultima a San Siro dentro uno stadio più indifferente che in vena di contestazioni. «Lui e la società decideranno cosa fare — va in difesa Rino —, ha commesso degli errori, ma va capito: è un anno che si parla di lui. Ci ha messo del suo, ma va lasciato tranquillo, è un patrimonio della società». Ancora poche ore e non si parlerà più di campo: spazio alla decisione dell’uefa, alle questioni societarie e al mercato. Ma da sesti sarebbe tutto un po’ più facile.