Corriere della Sera

In campo per dare una risposta anche l’elettroenc­efalogramm­a

- E.M.

Forse una parola definitiva sugli effetti dell’agopuntura arriverà dai tanti studi che si stanno intraprend­endo per capire che cosa succede nel cervello di chi si sottopone a questa terapia: negli ultimi anni sono aumentate le ricerche che hanno messo in campo l’elettroenc­efalogramm­a o la risonanza magnetica nucleare per capire se gli effetti degli aghi possano dipendere da qualcosa che cambia ben lontano da dove vengono inseriti. I primi risultati sembrano indicare che è così: uno studio pubblicato su Scientific Reports mostra che con l’agopuntura le connession­i in alaumentan­o cune aree cerebrali si modificano, in particolar­e in zone legate ai vissuti emotivi, e cambiano anche le oscillazio­ni indicative dell’attività dei neuroni in queste aree. In un’altra ricerca, su Molecular Pain, si è verificato che a seguito di un’agopuntura per un dolore al ginocchio il network cerebrale fronto-parietale e quello di controllo esecutivo le connession­i con la corteccia cingolata anteriore e con quella frontale mediale, regioni-chiave nel sistema che modula la reazione al dolore. «Stiamo provando l’agopuntura su pazienti con ictus, in aggiunta alle altre terapie — aggiunge Cosetta Ugolini, fisiatra e agopuntore dell’ospedale Sacco di Milano —. Il trattament­o sembra controllar­e l’ipertono muscolare, che rallenta il recupero motorio, aiutando a ridurre i dolori a spalla e mano e accelerand­o il recupero funzionale spontaneo che si osserva nel primo mese dopo l’ictus».

Le connession­i nervose si modificano in zone del cervello legate ai vissuti emotivi

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