La pressione arteriosa aumenta troppo e può danneggiare sia la madre sia il feto
Alle domande dei lettori sulle patologie del cuore e dei vasi all’indirizzo
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Idisturbi della pressione arteriosa in gravidanza noti con il termine di pre-eclampsia o con quello più tradizionale di gestosi, possono mettere in serio pericolo sia la salute della futura mamma sia quella del bambino in grembo.
Quali sono le cause della pre-eclampsia?
«Non sono ancora del tutto note, ma sono abbastanza chiari i meccanismi che possono provocare ipertensione in gravidanza, cioè il segno principale della gestosi. Alla base dell’aumento pressorio ci può essere il cattivo funzionamento della placenta, che non si sviluppa bene (insufficienza placentare), rimane piccola, mal ossigenata e produce sostanze ossidanti che danneggiano il cuore e i vasi della mamma, favorendo un aumento della pressione arteriosa. Allo stesso tempo, anche il feto cresce poco perché non riceve più in modo ottimale l’ossigeno e i nutrienti di cui ha bisogno. Questa forma di gestosi è la più grave e si verifica in circa una gravidanza su cento. Più spesso, i disturbi della pressione sono conseguenza di una predisposizione materna, per la presenza di una serie di alterazioni metaboliche, che vanno da una ridotta tolleranza ai carboidrati con aumento della glicemia a digiuno a livelli di trigliceridi o colesterolo sopra la norma. Se a questo si aggiunge un “affaticamento” della placenta che, man mano che la gravidanza avanza (terzo trimestre), ha sempre maggiori difficoltà a sostenere il metabolismo del feto, il risultato può essere un aumento pressorio, che spesso rimane sconosciuto finché non diventa importante» spiega Enrico Ferrazzi, direttore della Clinica ostetrica ginecologica della Clinica Mangiagalli Irccs Policlinico di Milano (www.mangiagallicenter.it) e presidente dell’associazione italiana pre-eclampsia.
Quali sono i campanelli d’allarme?
«Il segno principale è l’aumento della pressione, a cui in genere si associano un eccessivo incremento di peso, accompagnato da gonfiore, soprattutto a livello di volto, mani e piedi e dalla presenza di proteine nelle urine oltre i limiti, segno di un danno renale».
A che tipo di conseguenze si va incontro?
«Se non trattati, i disturbi ipertensivi in gravidanza possono avere conseguenze anche gravi, comprese la nascita prematura, ritardi o arresto della crescita del feto, fino al rischio di morte per la madre e il bimbo. La complicanza più temibile è l’eclampsia, una condizione molto pericolosa che si manifesta con crisi epilettiche, scompenso cardiaco e si associa a lesioni multiorgano, dal rene al cervello. Nelle situazioni estreme, prima che esploda una forma grave di ipertensione, l’unica soluzione diventa l’induzione del parto perché con l’espulsione della placenta vengono a mancare le condizioni che causano la patologia. Quando questo avviene in epoca di prematurità, cioè tra la 22esima e la 37esima settimana di gestazione, le complicanze materno-fetali possono però essere drammatiche. Ecco perché è fondamentale agire a monte».
Esistono rimedi?
«La prevenzione è fondamentale. Uno stile di vita sano, che preveda un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, legumi, pesce, poco sale e con un drastico taglio agli zuccheri aggiunti, è il primo passo da fare. Un recente studio internazionale, a cui ha partecipato anche il Policlinico, ha aperto inoltre la strada alla terapia preventiva con acido acetilsalicilico nelle donne a rischio (si veda il box in alto nella pagina)».
I principali fattori che predispongono allo sviluppo di disturbi ipertensivi in gravidanza
Per ridurre la comparsa di disordini ipertensivi in gravidanza in donne a rischio, si può intervenire sia farmacologicamente, sia a monte con lo stile di vita
Nelle donne a rischio di pre-eclampsia, l’aspirina a basse dosi
Un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica (superate le prime 12-13 settimane) hanno ricadute positive a livello cardiovascolare, metabolico e sull’organismo in generale, aiutando a tenere sotto controllo la pressione, la glicemia, il colesterolo, il peso, ecc.