Il cibo «spazzatura» riduce la capacità di concentrazione
Si può essere distratti da una pizzetta, un biscotto o un pacchetto di patatine al punto di non riuscire a finire (bene) quel che stavamo facendo? Certo. Lo spiega uno studio dell’università statunitense Johns Hopkins, secondo il quale soltanto il cibo spazzatura ha il potere di farlo, mentre una mela o una carota non deviano per nulla la nostra attenzione.
La conclusione arriva da una ricerca in cui alcuni volontari si sono sottoposti a un complicato test al computer che non aveva nulla a che fare con il cibo. Durante l’esecuzione del compito sui lati dello schermo comparivano immagini di vario genere, all’improvviso e senza che questo richiedesse un’azione di risposta da parte loro. La foto era visibile per appena 125 millisecondi.
Alcune immagini ritraevano cibi con molti grassi o ipercalorici, altre alimenti sani, altre ancora non erano legate al cibo ed erano per esempio biciclette o palloni. Tutte le foto hanno leggermente distratto i partecipanti dal test rallentandone l’esecuzione, come racconta l’autore, Corbin Cunningham del Dipartimento di Psicologia e Scienze del Cervello: «Quando le immagini riguardavano il cibo ipercalorico però la “frenata” della prestazione è stata molto maggiore: ciambelle, hot dog o dolci al cioccolato hanno dimezzato la velocità di esecuzione del test». Cunningham ha quindi ripetuto la prova dopo aver fatto mangiare ai volontari uno snack al cioccolato: a pancia piena le immagini del cibo goloso non sono state altrettanto capaci di distrarli dal compito.
In un ulteriore esperimento le fotografie di cibi sani sono state sostituite da volti con espressioni di paura o disgusto: anche in questo caso i volontari che prima del test non avevano mangiato nulla erano rallentati nelle loro performance solo da ciambelle e simili, mentre le facce con un’emotività evidente non avevano effetto; di nuovo, è bastato mangiare la merendina al cioccolato per restare concentrati a prescindere dalle foto che lampeggiavano sullo schermo.
«Non sappiamo se un altro tipo di snack prima della prova avrebbe avuto lo stesso effetto o se inserire una ricompensa per il test da eseguire avrebbe reso o meno ininfluente il cibo spazzatura — osserva Cunningham —. Di certo anche quando crediamo di essere concentrati su un compito, un alimento ghiotto cattura la nostra attenzione. A meno che non ci siamo già tolti lo sfizio mangiando qualcosa di goloso. Tutto ciò conferma che è meglio non entrare affamati in un supermercato: potremmo mettere nel carrello qualcosa che non dovremmo o non vorremmo realmente acquistare».