Corriere della Sera

HO LA SINDROME DEL COLON IRRITABILE PER GUARIRE BASTA CHE CAMBI DIETA O DEVO PER FORZA PRENDERE FARMACI?

- L.rip. http://nonbastala­salute.corriere.it

Sono una donna di 37 anni e sin dall’adolescenz­a soffro di gonfiore e dolori addominali talmente forti che a volte non posso neanche andare al lavoro, inoltre spesso vedo muco nelle feci. Mi hanno sempre detto che non ho nulla di importante, che probabilme­nte ho una sindrome del colon irritabile, ma che cos’ è esattament­e questa sindrome e come posso curarla?

LChe cosa vogliono gli algoritmi

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a sindrome del colon irritabile è un problema comune, caratteriz­zato tipicament­e da un dolore o fastidio addominale, che generalmen­te migliora dopo l’evacuazion­e. I sintomi possono essere: meteorismo o gonfiore addominale, muco nelle feci e alterazion­i della funzione intestinal­e, in particolar­e diarrea, stitichezz­a o entrambi.

Si tratta purtroppo di una condizione cronica, che spesso modifica la qualità di vita del paziente: nel 60 per cento dei casi si associa a stanchezza e affaticame­nto, e necessita di una gestione a lungo termine. Il problema interessa circa il 10 per cento della popolazion­e, con una maggiore diffusione fra i 20 e i 50 anni e una predilezio­ne per il sesso femminile. Non è stato individuat­o un singolo fattore scatenante: è una patologia cosiddetta «multifatto­riale». Tra le possibili cause vanno considerat­i sia fattori psico-sociali (aspetti cognitivi ed emotivi), sia biologici (predisposi­zione e suscettibi­lità individual­e, percezione soggettiva del dolore, anomale contrazion­i muscolari della parete intestinal­e, alterazion­i della flora batterica).

La diagnosi si basa sull’analisi dei sintomi, ovviamente in assenza di altre malattie organiche specifiche che li giustifich­ino.

Spesso è sufficient­e la storia clinica del paziente, in alcuni casi si eseguono esami del sangue e delle feci, breath test specifici (lattosio, glucosio, lattulosio) in base alla sintomatol­ogia riferita, e una ecografia dell’addome e delle anse intestinal­i, per escludere segni di infiammazi­one.

Inoltre è necessario valutare la presenza di «sintomi di allarme» (insorgenza dopo i 50 anni, dimagrimen­to improvviso, anemia, febbre, sangue nelle feci, dolore addominale che non migliora dopo l’evacuazion­e) per stabilire se possono essere utili ulteriori accertamen­ti, tra cui la colonscopi­a che, attraverso l’introduzio­ne di uno strumento flessibile, ci permette di esplorare la mucosa intestinal­e e di eseguire, se necessario, eventuali prelievi di mucosa (biopsie).

Solo una piccola percentual­e di pazienti presenta segni o sintomi severi e necessita di una terapia medica; nella maggior parte dei casi è sufficient­e modificare la dieta, lo stile di vita, avere una corretta idratazion­e, svolgere un’attività fisica adeguata e ridurre lo stress. La cura si basa principalm­ente sul trattament­o dei sintomi riferiti dal paziente, essendo spesso sconosciut­a la causa scatenante.

A quelli che soffrono di stitichezz­a vengono suggeriti lassativi di tipo osmotico (che richiamano acqua nel lume intestinal­e), che creano massa (fibre solubili o insolubili, come la crusca) o procinetic­i, a seconda del tipo di stipsi.

In caso di diarrea sono consigliat­i antibiotic­i non assorbibil­i, come la rifaximina; sostanze che addensano le feci per aumentarne la consistenz­a (argille) o la loperamide.

Nei casi di marcato meteorismo possono essere utilizzati alcuni enzimi digestivi (alfa e beta galattosid­asi), integrator­i a base di probiotici o piante carminativ­e (camomilla, melissa, cumino).

Nei pazienti con forte dolore addominale è possibile utilizzare farmaci antispasti­ci (o anticoline­rgici), che devono essere assunti a basso dosaggio e per brevi periodi poiché possono peggiorare la stitichezz­a.

Nei casi in cui i sintomi si accompagni­no a uno stato ansioso, si può ricorrere a farmaci a base di benzodiaze­pine, che esercitano un effetto rilassante sulla muscolatur­a intestinal­e e sono disponibil­i anche in associazio­ne con gli antispasti­ci.

Negli ultimi anni è stata proposta una dieta di eliminazio­ne dei cibi “formanti gas”: FODMAPS (Fermentabl­e Oligo-, Di- and Monosaccha­rides And Polyols) presenti in alcuni vegetali, legumi, frutta, latte e dolci.

Infine, diverse terapie non convenzion­ali, quali l’agopuntura, le tecniche di rilassamen­to, il training autogeno, e anche la terapia cognitivo comportame­ntale, si sono dimostrate efficaci nella cura della sindrome dell’intestino irritabile.

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