«Grande Fratello», le donne e il Sud trascinano gli ascolti del reality
I reality, si sa, sono fatti (anche) per suscitare polemiche e generare visibilità, e la trasformazione di Canale 5 in rete «all reality» fornisce spunti continui. Ora è il turno dell’edizione «tradizionale» di «Grande Fratello», abbandonata dagli sponsor per eccesso di trash e oggetto di una faida tutta interna a Mediaset (secondo quanto suggerito da «Striscia la notizia»).
La verità è che probabilmente ascolti così importanti per il reboot di Barbara D’urso non erano attesi, e qualcuno è rimasto spiazzato. Nonostante il palinsesto ballerino (messa in onda il martedì, poi il lunedì e ancora il martedì), «GF» è partito sopra le attese (3.598.000 spettatori, 22,6% di share), ed è ulteriormente cresciuto: picco nella terza puntata (il 30 aprile), con 4.766.000 spettatori medi (27,2% di share), e assestamento successivo superiore ai 4 milioni di ascoltatori. La media dopo la metà di maggio è di 4.024.000 spettatori, per una share che sfiora il 24%. Si tratta di circa +8% rispetto alla media di rete di Canale 5 in prima serata (16,5% nell’anno solare).
All’inizio della stagione, «Grande Fratello Vip» si attestava su medie di share di poco superiori (complessivamente 25,7%), anche se l’ascolto in numeri assoluti era più elevato, anche per via della platea più ampia in autunno (4.870.000 spettatori). «GF» replica l’ascolto più tipico su cui si è andata focalizzando la rete: una platea molto femminile (quasi 30% di share, contro il 17,8% fra gli uomini), con picchi sugli spettatori più giovani. In particolare, il miglior share su target è raccolto fra i 15-24enni, col 36,7%, cui seguono i 25-34enni (33,1%), e i 35-44enni (28,1%). Pubblico molto popolare, con livelli di istruzione medio-bassi, e una forte connotazione territoriale (oltre 30% di share al Sud). Questi i dati, il resto sono polemiche. (a. g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca Italia su dati Auditel