Le imprese in rosa di Mister Yates Stacca tutti ed è padrone del Giro
Inglese scatenato sulle Dolomiti, solo Dumoulin limita i danni e punta alla crono di domani
Regola aurea per un attacco efficace in salita: i primi due scatti servono a provare la gamba e la resistenza degli avversari, il terzo a fare il vuoto. A Simon Yates ne bastano due. Il secondo allungo della maglia rosa sul misconosciuto Passo di Costalissoio, a 17 chilometri dal traguardo della 15ª tappa del Giro, produce più danni delle tremende rampe dello Zoncolan. Alle spalle di Yates, che supera come fosse fermo il fuggitivo Denz e prende il volo, panico mixato a sfinimento.
Dumoulin prova a guidare l’inseguimento, Pozzovivo non lo aiuta, un po’ perché non ce la fa e un po’ perché non vuole aiutare chi domani nella crono di Trento gli rifilerà tre minuti. Pinot tentenna come sempre incerto, Carapaz e Lopez fanno finta di niente sperando di essere rimorchiati su Yates per prendersi una tappa che farebbe la gioia di Movistar e Astana, ancora a secco di risultati. Froome? Froome si è già staccato, intontito dal freddo. Il supereroe dello Zoncolan è tornato umano e fragile.
Yates guadagna rapido: venti, trenta, cinquanta secondi in cinque chilometri con, per la prima volta, un ghigno di fatica sul volto. Vola sulla discesa verso San Pietro di Cadore, vola sulla salita a Sappada. Il distacco si contrae un po’ quando (allungo di Lopez) Dumoulin perde contatto e Pozzovivo tortura la bici per farlo fuori. Ma l’olandese ha sette vite e torna sotto nel finale — proprio mentre Yates vince a braccia alzate la sua terza tappa — per prendersi terza piazza e abbuono in volata dietro Lopez.
L’inglese ora guarda tutti ancora più dall’alto: in classifica Dumoulin è a 2’11”, Pozzovivo a 2’28”, Pinot a 2’37”. Froome, quinto, cede 4’52”: salvo miracoli il quattro volte vincitore del Tour lotterà per il podio, non certo per la vittoria finale. La Tolmezzo-sappada è stata terribile. Aprendo i computer di bordo di Pinot e Geniez, sesto e settimo al traguardo, si leggono 171 chilometri di gara coperti a 38 esatti di media, 3.800 metri di dislivello verticale divorati, salite stantuffate a mai meno di 380 Watt, punte di 96,5 chilometri l’ora su discese da brivido. Dramma Aru a parte, la tappa, Sappada ha inghiottito Alessandro Tonelli (non partito) e poi Senni, Roche, Anton Hernandez e Vliegen, abbattuti dalla fatica e da una caduta.
Nel dopo corsa la sensazio-
Froome cede Froome dopo l’impresa sullo Zoncolan rimane intontito dal freddo e scivola a 4’52’’