Corriere della Sera

Il faccia a faccia di Conte al Colle Scontro su Savona, governo a rischio

Il premier incaricato ribadisce la scelta. Salvini sui social: sono arrabbiato. E Di Maio mette un «mi piace»

- Paola Di Caro

ROMA È scontro totale sulla formazione del governo, e al momento non si può prevedere quando — e a questo punto perfino se — il premier incaricato Giuseppe Conte salirà al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri.

L’impasse nasce dal nodo che da giorni non si scioglie: il nome di Paolo Savona. L’economista, che già fece parte dell’esecutivo Ciampi, è il prescelto dalla Lega per occupare la casella cruciale del ministero dell’economia, ma per la sua posizione fortemente critica rispetto all’europa e ai suoi vincoli suscita grandi preoccupaz­ioni negli ambienti internazio­nali e agita i mercati.

Per questi motivi, alla sua nomina si oppone il capo dello Stato. Ma Salvini — con l’appoggio del M5S, che segue con «compattezz­a» il partner nella sua battaglia — non accetta alcun veto: «Su Savona non ci muoviamo di un millimetro. Non andremo mai a Bruxelles col cappello in mano. O lui o si rompe», hanno ripetuto per tutto il giorno dalla Lega. E il leader del Carroccio a sera sbotta su Facebook con una frase secca e senza ulteriori spiegazion­i: «Sono davvero arrabbiato». Frase alla quale Di Maio mette un «mi piace».

Accade dopo che Conte — appena terminato un vertice con Salvini e Di Maio per affrontare tutti i nodi aperti della lista dei ministri — decide di salire al Colle per un colloquio «informale». Senza portare la lista dei ministri e senza nessuna indicazion­e sui tempi. In sostanza, per riferire a Sergio Mattarella la granitica posizione di almeno uno dei due partiti che lo sostengono rispetto alla nomina di Savona. Che, in mattinata, si è concesso un giro per Roma e, intercetta­to, è stato chiaro: «Se ci sono veti su di me? Penso di sì. Ora mi faccio una passeggiat­a, poi non avrò più tempo...».

Non c’è insomma ancora un vincitore nel braccio di ferro sulla composizio­ne del governo che mai è stato così esplicito e pubblico tra capo dello Stato e partiti, tanto da portare a una crisi politica se non istituzion­ale.

Ma Savona, che già tre giorni fa si era dimesso dal Fondo Euklid spiegando che lo faceva per «sopraggiun­ti impegni istituzion­ali», dà la sua nomina praticamen­te per scontata. Ed è dunque una vera sfida all’ultimo sangue, che il premier incaricato sembra più costretto ad accettare che entusiasta di giocare. Con il risultato che non si sa al momento quando — dopo l’ora abbondante di colloquio con Mattarella — Conte tornerà al Quirinale in via ufficiale, visto che l’incontro è stato definito «informale e interlocut­orio».

Probabilme­nte non era questo l’inizio che Conte si aspettava, avendo voluto dare segnali rassicuran­ti al Paese incontrand­o ieri mattina in un lungo faccia a faccia il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco, e confermand­o che si risarciran­no i risparmiat­ori danneggiat­i dalle banche. Però proprio i mercati stanno mandando segnali che rischiano di influire parecchio sull’esito di questa crisi lunghissim­a, ed è da capire cosa accadrà alla loro riapertura, lunedì. Mentre il presidente francese Macron ora tende la mano: «Disposti a collaborar­e con il nuovo governo».

Il colloquio Il premier incaricato incontra i leader e poi sale al Quirinale per un colloquio «informale»

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Su Twitter «Mattinata di lavoro molto proficua. Stiamo lavorando per dare il governo del cambiament­o a questo Paese»: così ha twittato ieri il premier incaricato Giuseppe Conte postando la foto dell’incontro con Luigi Di Maio e Matteo Salvini

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