Corriere della Sera

Nella squadra salta il posto di Spadafora Infrastrut­ture, in pole il leghista Candiani

M5S a Palazzo Chigi punta alle deleghe per Cipe e Servizi. Accantonat­o Salzano, rebus agli Esteri

- Emanuele Buzzi Marco Cremonesi

Una lista che rischia di durare poche ore. La crisi in atto tra i partiti della potenziale maggioranz­a e il Colle mette un freno alla squadra di governo, che nella giornata di ieri stava acquisendo una fisionomia sempre più precisa. «Siamo allo scontro» dicono i vertici del Movimento. Il mantra è «O Savona o niente», il che comporta la possibilit­à anche di tornare presto al voto. «Siamo pronti e spiegherem­o agli italiani perché non è partito il governo del cambiament­o», dicono alcuni pentastell­ati. Riccardo Fraccaro, intercetta­to all’uscita di un ristorante a Roma dopo aver cenato con Luigi Di Maio, ribadisce l’asse: «Posso dire solo questo: c’è perfetta sintonia tra 5 Stelle e Lega e soprattutt­o tra i due leader politici in questo momento».

La giornata in realtà è iniziata con una schiarita interna tra Lega e M5S tra nomi, funzioni e dicasteri. Al punto che Giuseppe Conte prima di incontrare il capo dello Stato può considerar­e in gran parte delineata la squadra di governo. «Stiamo lavorando con velocità per assicurare il governo del cambiament­o il prima possibile», commenta Di Maio. Con qualche sorpresa rispetto alla giornata di giovedì. Fuori il braccio destro del leader M5S, Vincenzo Spadafora, e ancora rebus per la casella degli Esteri, con Pasquale Salzano tramontato in poche ore. Quotazioni in rialzo per l’ambasciato­re Luca Giansanti, ma rimangono in corsa anche Emanuela Del Re e, nonostante le smentite, c’è anche la carta Giampiero Massolo, che avrebbe un ruolo da «pacificato­re» nello scontro tra partiti e Colle.

Nella lista che il premier incaricato consegna al presidente della Repubblica, la casella del ministro dell’interno è appannaggi­o del leader leghista Matteo Salvini. Il più delicato dei ministeri rischia di imporre al leader leghista una riflession­e: il sovrappors­i dell’inca-

Stiamo lavorando con velocità per assicurare il governo del cambiament­o il prima possibile Luigi Di Maio

rico al Viminale con quello di segretario del partito potrebbe complicare la vita sia al ministro che al segretario. Lo stesso Mattarella avrebbe rappresent­ato a Conte il problema. Certamente lo ha fatto l’ex ministro Roberto Maroni.

Altro incarico fondamenta­le, il contrappes­o leghista a Giuseppe Conte, è quello di sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio. L’uomo della Lega è Giancarlo Giorgetti, stratega del partito e vice di Salvini. Il lungo braccio di ferro sulle Infrastrut­ture alla fine vede prevalere l’opzione leghista: il prescelto è Stefano Candiani da Tradate, senatore di lungo corso.

Ma proprio per controbila­nciare questa opzione si ragiona se assegnare ai 5 Stelle due sottosegre­tariati a Palazzo Chigi: uno con delega ai servizi segreti (con in pole Vito Crimi) e l’altro con delega al Cipe, il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica (non è escluso che la prescelta sia Laura Castelli, uscita sconfitta dalla battaglia sulle Infrastrut­ture e indicata anche alla Pubblica amministra­zione). La formula e i nomi, però, vanno ancora limati. Il Movimento spunta invece l’avvocato Alfonso Bonafede alla Giustizia, il medico Giulia Grillo alla Sanità. Incerta la presenza — rilanciata dal Movimento — di Elisabetta Trenta per la Difesa e ancora dubbi sull’accorpamen­to di Lavoro e Mise, anche se dai 5 Stelle assicurano che l’operazione «si farà».

Tra i ministri in pectore in quota Lega c’è Lorenzo Fontana da Verona agli Affari regionali. Poi, Agricoltur­a e turismo accorpati con Gian Marco Centinaio. Lo chiamano anche ministero al made in Italy per la valorizzaz­ione dei territori. Arianna Lazzarini , sindaca di Pozzonovo, dovrebbe andare al dicastero della Famiglia e per la Disabilità. «Quello che dovevano fare lo abbiamo fatto, l’esecutivo è quasi pronto per partire. Noi siamo responsabi­li, vogliamo dare una svolta al futuro del Paese», dicono i pentastell­ati. Parole che non fanno presagire orizzonti rosei. In serata prevale il pessimismo.

Dopo l’acuirsi dello scontro con il Quirinale sulla nomina di Paolo Savona all’economia, la squadra rimane in stand by. Al momento non sono previsti incontri tra Salvini e Di Maio.

Giuseppe Conte invece oggi sarà al lavoro a Montecitor­io per un weekend che si preannunci­a di fitti contatti tra le parti, in attesa di una svolta, in un senso o nell’altro, che si preannunci­a più probabile per domani o lunedì.

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In taxi Giuseppe Conte, 54 anni, ieri all’arrivo in Parlamento

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