Conte e il colloquio con Visco, confronto su banche e reddito
Il premier incaricato a Palazzo Koch. Al centro risparmio e stabilità
«Abbiamo doverosamente parlato dello stato dell’economia italiana, c’è stato un aggiornamento». È lo stesso presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte a fare la sintesi, estrema, del suo incontro di ieri mattina con il Governatore della Banca d’italia, Ignazio Visco. Un incontro irrituale ma con un precedente nel febbraio del 2014, quando a salire a Palazzo Koch fu Matteo Renzi, prima del suo insediamento come presidente del Consiglio.
Il faccia a faccia è durato un’ora e mezza. Non solo convenevoli ma un confronto vero, lontano dai toni barricaderi che Lega e Movimento 5 Stelle hanno spesso usato contro la Banca d’italia. Conte, del resto, ha una certa consuetudine con le regole e lo stile di via Nazionale: ha fatto parte del collegio di Napoli dell’arbitro bancario finanziario, canale di risoluzione stragiudiziale delle controversie, sostenuto proprio dalla Banca d’italia.
Visco ha anticipato a Conte quella fotografia dell’economia italiana che martedì prossimo illustrerà pubblicamente con le Considerazioni finali, appuntamento fisso di fine maggio. E qui è arrivata la prima osservazione «politica» del presidente incaricato, che gli ha chiesto perché in quel documento non si approfondisca la questione della distribuzione del reddito, della forbice tra ricchi e poveri. Visco ha ricordato l’importanza della stabilità finanziaria, tanto più alla vigilia di due appuntamenti internazionali importanti, come il G7 dell’8 giugno in Canada e il successivo consiglio Ue, che vede all’ordine del giorno la riforma dell’architettura istituzionale europea. Poi un altro tema sensibile.
Il contratto di governo firmato da Lega e Movimento 5 Stelle dice chiaramente che la «platea dei risparmiatori che hanno diritto a un risarcimento, anche parziale, deve essere allargata ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzione». Per le banche in questione, compresa Etruria, il risarcimento è stato limitato a chi aveva obbligazioni subordinate ed era stato, in sostanza, raggirato dalle banche. Una «operazione umanitaria» come l’aveva definita il ministro Pier Carlo Padoan, per superare le resistenze di Bruxelles. Restituire i soldi anche agli azionisti, cioè a chi aveva investito capitale di rischio, sarebbe cosa ben diversa. L’opposizione di Bruxelles sarebbe più netta. Ma su questo punto il governo Legam5s, sempre che nasca davvero, si prepara allo scontro. Il giorno prima di essere ricevuto da Visco, del resto, Conte aveva incontrato l’associazione vittime del salvabanche.