Corriere della Sera

Jong: «Più donne al comando: o non cambierà mai niente»

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

WASHINGTON «Weinstein? In galera. Quello che ha fatto va oltre l’immaginabi­le: ha totalmente distrutto la vita di molte donne». La scrittrice Erica Jong, 76 anni, risponde al telefono dalla sua casa-ufficio nell’upper East Side di Manhattan. Oltre a essere l’autrice di tanti bestseller («Paura di volare» è il primo, pubblicato nel 1973; «Paura di morire», l’ultimo nel 2015) è un punto di riferiment­o per il femminismo americano.

L’ex produttore di Hollywood ora è davanti al suo giudice. Dopo mesi di polemiche è arrivato il momento di identifica­re le responsabi­lità personali?

«Io spero che Weinstein paghi per il suo comportame­nto disgustoso. Il suo crimine non è solo quello di aver violentato o abusato sessualmen­te molte donne. Ne ha anche distrutto la carriera, le ha private del di- In galera Weinsten? In galera. Non solo ha violentato molte donne ma ne ha distrutto la carriera ritto di continuare a lavorare. Ci sono attrici che sono letteralme­nte scomparse dalla scena come Ashley Judd, Mira Sorvino. Weinstein è stato vendicativ­o, spietato con loro. È davvero incredibil­e che sia potuto andare avanti indisturba­to per tanti anni in una società che dovrebbe essere un modello di civiltà».

Il processo che è cominciato ieri va considerat­o una svolta? Un esempio per tutti gli ambienti di lavoro o della vita sociale?

«Lo spero. Ma sinceramen­te non ne sono sicura. Ci sono ancora tanti uomini che abusano della loro posizione di potere. Non bastano i processi. Serve una reazione collettiva più ampia».

C’è il movimento #Metoo, nato nell’ottobre 2017 proprio come risposta al «caso Weinstein»…

«Sì, ed è un movimento estremamen­te importante, non c’è dubbio. Spero che si diffonda sempre di più, naturalmen­te. Mi auguro che le donne di tutto il mondo capiscano quanto sia importante partecipar­e in questo momento. La questione chiave, però, è che alla fine bisogna cambiare gli equilibri al vertice. Dobbiamo portare più donne possibili nei posti di comando».

Qualche segnale c’è. Nelle ultime primarie, specie tra i democratic­i, hanno vinto molte donne candidate al Congresso o alla carica di governator­e…

«Sì, ma devono ancora vincere nelle elezioni che contano. Io ho attraversa­to molte fasi del femminismo americano. E tante volte ho sentito dire che le cose stavano finalmente cambiando. Quindi vediamo…».

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