Jong: «Più donne al comando: o non cambierà mai niente»
WASHINGTON «Weinstein? In galera. Quello che ha fatto va oltre l’immaginabile: ha totalmente distrutto la vita di molte donne». La scrittrice Erica Jong, 76 anni, risponde al telefono dalla sua casa-ufficio nell’upper East Side di Manhattan. Oltre a essere l’autrice di tanti bestseller («Paura di volare» è il primo, pubblicato nel 1973; «Paura di morire», l’ultimo nel 2015) è un punto di riferimento per il femminismo americano.
L’ex produttore di Hollywood ora è davanti al suo giudice. Dopo mesi di polemiche è arrivato il momento di identificare le responsabilità personali?
«Io spero che Weinstein paghi per il suo comportamento disgustoso. Il suo crimine non è solo quello di aver violentato o abusato sessualmente molte donne. Ne ha anche distrutto la carriera, le ha private del di- In galera Weinsten? In galera. Non solo ha violentato molte donne ma ne ha distrutto la carriera ritto di continuare a lavorare. Ci sono attrici che sono letteralmente scomparse dalla scena come Ashley Judd, Mira Sorvino. Weinstein è stato vendicativo, spietato con loro. È davvero incredibile che sia potuto andare avanti indisturbato per tanti anni in una società che dovrebbe essere un modello di civiltà».
Il processo che è cominciato ieri va considerato una svolta? Un esempio per tutti gli ambienti di lavoro o della vita sociale?
«Lo spero. Ma sinceramente non ne sono sicura. Ci sono ancora tanti uomini che abusano della loro posizione di potere. Non bastano i processi. Serve una reazione collettiva più ampia».
C’è il movimento #Metoo, nato nell’ottobre 2017 proprio come risposta al «caso Weinstein»…
«Sì, ed è un movimento estremamente importante, non c’è dubbio. Spero che si diffonda sempre di più, naturalmente. Mi auguro che le donne di tutto il mondo capiscano quanto sia importante partecipare in questo momento. La questione chiave, però, è che alla fine bisogna cambiare gli equilibri al vertice. Dobbiamo portare più donne possibili nei posti di comando».
Qualche segnale c’è. Nelle ultime primarie, specie tra i democratici, hanno vinto molte donne candidate al Congresso o alla carica di governatore…
«Sì, ma devono ancora vincere nelle elezioni che contano. Io ho attraversato molte fasi del femminismo americano. E tante volte ho sentito dire che le cose stavano finalmente cambiando. Quindi vediamo…».