Corriere della Sera

Si trova nelle lacrime e nella gioia dei bergamasch­i

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Caro Aldo, la ringrazio del commento alla foto di una lettrice che immortalav­a Papa Giovanni XXIII nel suo ritorno a casa, a Bergamo. Certo, per il caldo inaspettat­o, si è riscontrat­o un problema alla copertura di cera delle mani. Il vescovo ha commentato in Cattedrale: non so se fosse più forte il caldo del sole o quello dei bergamasch­i, migliaia di persone che ininterrot­tamente da ieri stanno salutando il santo. Dipende proprio da come si guardano le cose: è quantomeno curioso che il Papa Buono, famoso per la sua carezza ai bambini e ai malati, venga considerat­o nel suo ritorno a Bergamo proprio per una mano. Vi era stata poca attenzione mediatica. Mi domando se lui, che è stato il Papa delle sorprese, non abbia usato anche questa per far parlare di sé e della grazia che la sua città sta vivendo in questi giorni, quella di un frutto antico che diventa seme nuovo, accolto guardato atteso salutato festeggiat­o da fedeli e da laici, sui cui volti si legge emozione, si trovano lacrime di gioia e di dolore, si scorgono occhi lucidi di vecchi che raccontano una storia preziosa ai nipoti e di giovani che cercano un seme di pace per il futuro. Siamo certi ora di aver capito di più il senso del detto «si guarda al dito e non si vede la luna» e questa volta è il dito di Papa Giovanni XXIII.

don Giulio Dellavite Caro don Giulio, sono d’accordo: papa Giovanni non è nelle mani più o meno conservate; è nelle lacrime e nella gioia con cui l’hanno accolto i bergamasch­i.

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