La toppa (dei jeans) made in Italy più famosa del mondo
Gian Maria Argentini, amministratore delegato di Jeckerson: il modello storico è una base da arricchire
Cesellato, rombante e anche tatuato. Un paio di pantaloni. O meglio, la toppa che di quei pantaloni, i Jeckerson ne rappresenta l’elemento distintivo. «La definirei il nostro attuale palinsesto», asserisce Gian Maria Argentini, da un lustro a.d. Jeckerson. Palinsesto? Ma non è un’espressione televisiva? Parliamo di un dettaglio di stile. «Esatto. Ma oggi un prodotto come il nostro, tutto made in Italy, va connotato. Lo storico modello con la toppa, sin dal debutto registrato nel mondo, oggi rappresenta una base da arrichire costantemente con contenuti originali. Capaci di renderlo unico e sempre più desiderabile». Il palinsesto ha visto in queste stagioni la “programmazione” di una serie di progetti speciali, nati dalla creatività di artisti originali. Dalle toppe con le decorazioni dei calligrafi Luca Barcellona e Daniele Tozzi, alle bandiere e ora al neo debuttato a Milano progetto Riders: un Jeckerson in sfumatura grigio piombo, a seconda di tinture e lavaggi, personalizzato da North East Custom, Officine Mermaid e South Garage, officine simbolo nel mondo biker, tra meccanica ed estetica.«l’idea è connotare questo marchio con capsule o in vendita solo nei nostri monomarca, come la Riders, oppure inserite nella nostra collezione (capispalla e camiceria uomo, look donna, ndr), proposta nei multimarca». Ed è già in palinsesto, per l’inverso 2018, un nuovo contenuto da proporre all’interno della toppa: un Jeckerson tatuato. Artefice in punta di ago Marco Galbo, mago del tatoo, nonché autore dei tatuaggi che adornano il fotografato collo di Fedez. Nato nel 1995 a Bologna, sede del quartier generale, acquisita nel 2008 da Stirling Square Capital Partners (oggi ne ha l’intero controllo), Jeckerson è passato dall’unico modello iniziale in due tessuti e 18 colori a proporne (con tanto di inno di battaglia: Do not go gentle, a dire sii determinato), 10 tra denim e chino e 70 materiali differenti per trattamenti. «Senza dimenticare la sostenibilità. Riciclo, riduzione e riutilizzo sono parole d’ordine», dice Argentini. Tutto programmato nel palinsesto creativo.