La banca della memoria vegetale che salva le piante antiche
A Bologna il frutteto della biodiversità riunisce 15 specie secolari. Segrè, Fondazione Fico: «Il nostro patrimonio»
Un giardino dei primati, un parco dei record vegetali. Così si potrebbe definire il «Frutteto della biodiversità» appena aperto a Bologna all’interno di Ficoeataly World: qui, infatti, con mesi e mesi di lavoro sono stati fatti crescere i gemelli di alcuni degli alberi più longevi e grandi d’italia. Dal mandorlo di San Giovanni Rotondo, con un tronco di oltre quattro metri e un’età stimata di più di 300 anni, al cipresso che sarebbe stato piantato da San Francesco d’assisi in persona, 800 anni fa, durante un pellegrinaggio in Romagna (a Verucchio, Rimini). E poi c’è il loto di Maleo, il più grande d’italia, che si trova in Lombardia, il melo di Fondo, in Trentino, che dà frutti di una varietà unica, fichi e noci centenari e via dicendo. «Un vero e proprio patrimonio vegetale di specie antiche e rare che stanno scomparendo», sintetizza Andrea Segrè, professore di Politica agraria internazionale e comparata all’università di Bologna e presidente di Fondazione Fico, ideatrice insieme ad Arpae di questo frutteto. «Per costruire il nostro futuro — spiega — abbiamo bisogno di preservare le piante che hanno vissuto il passato, dimostrato resistenza, dando frutti commestibili e regalando anche bellezza al paesaggio». In tempi di cambiamenti climatici e incertezze c’è bisogno di salvare la memoria agricola: non è un’operazione nostalgica ma una forma di scienza ecologica necessaria per il futuro delle coltivazioni. «Basti pensare che negli ultimi 50 anni sono scomparse dal pianeta circa 300 mila varietà vegetali: questa perdita di biodiversità mette in pericolo la possibilità di alimentarsi delle generazioni future. Il nostro frutteto vuole diventare una banca della memoria per conservare i geni delle piante longeve, un centro di studio e di recupero delle tecniche di coltivazione e conservazione», ha aggiunto il docente. E insieme alle piante anche i paesaggi rurali storici italiani, distretti caratterizzati da pratiche agricole tradizionali, vanno tutelati: sarà questo il tema del convegno che chiuderà, martedì 29 maggio, la settimana dedicata alla biodiversità. Nell’arena di Fico Segrè e molti altri relatori — tra cui rappresentanti dei ministeri delle Politiche agricole e dei Beni culturali — si confronteranno sulla sfida di un futuro verde e sostenibile.