Corriere della Sera

La banca della memoria vegetale che salva le piante antiche

A Bologna il frutteto della biodiversi­tà riunisce 15 specie secolari. Segrè, Fondazione Fico: «Il nostro patrimonio»

- Alessandra Dal Monte

Un giardino dei primati, un parco dei record vegetali. Così si potrebbe definire il «Frutteto della biodiversi­tà» appena aperto a Bologna all’interno di Ficoeataly World: qui, infatti, con mesi e mesi di lavoro sono stati fatti crescere i gemelli di alcuni degli alberi più longevi e grandi d’italia. Dal mandorlo di San Giovanni Rotondo, con un tronco di oltre quattro metri e un’età stimata di più di 300 anni, al cipresso che sarebbe stato piantato da San Francesco d’assisi in persona, 800 anni fa, durante un pellegrina­ggio in Romagna (a Verucchio, Rimini). E poi c’è il loto di Maleo, il più grande d’italia, che si trova in Lombardia, il melo di Fondo, in Trentino, che dà frutti di una varietà unica, fichi e noci centenari e via dicendo. «Un vero e proprio patrimonio vegetale di specie antiche e rare che stanno scomparend­o», sintetizza Andrea Segrè, professore di Politica agraria internazio­nale e comparata all’università di Bologna e presidente di Fondazione Fico, ideatrice insieme ad Arpae di questo frutteto. «Per costruire il nostro futuro — spiega — abbiamo bisogno di preservare le piante che hanno vissuto il passato, dimostrato resistenza, dando frutti commestibi­li e regalando anche bellezza al paesaggio». In tempi di cambiament­i climatici e incertezze c’è bisogno di salvare la memoria agricola: non è un’operazione nostalgica ma una forma di scienza ecologica necessaria per il futuro delle coltivazio­ni. «Basti pensare che negli ultimi 50 anni sono scomparse dal pianeta circa 300 mila varietà vegetali: questa perdita di biodiversi­tà mette in pericolo la possibilit­à di alimentars­i delle generazion­i future. Il nostro frutteto vuole diventare una banca della memoria per conservare i geni delle piante longeve, un centro di studio e di recupero delle tecniche di coltivazio­ne e conservazi­one», ha aggiunto il docente. E insieme alle piante anche i paesaggi rurali storici italiani, distretti caratteriz­zati da pratiche agricole tradiziona­li, vanno tutelati: sarà questo il tema del convegno che chiuderà, martedì 29 maggio, la settimana dedicata alla biodiversi­tà. Nell’arena di Fico Segrè e molti altri relatori — tra cui rappresent­anti dei ministeri delle Politiche agricole e dei Beni culturali — si confronter­anno sulla sfida di un futuro verde e sostenibil­e.

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La «rosa di Fondo», frutto di un melo bicentenar­io
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Andrea Segrè, presidente di Fondazione Fico e docente di Politica agraria

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