Frequenze 5G, Fastweb critica le regole Agcom
«Non facilitano l’accesso di un nuovo entrante». Dalla gara attesi 2,5 miliardi di euro
MILANO Potremmo già chiamarla la battaglia per le frequenze del 5G. Promette una guerra senza quartiere tra gli operatori telefonici per accaparrarsi quelle più pregiate, quelle che porteranno (anche) l’italia nell’era della banda ultra-veloce. L’authority di garanzia per le Comunicazioni ha appena definito il regolamento per l’assegnazione delle bande pioniere per lo sviluppo dell’ultimo standard per la telefonia mobile, che ci proietterà nell’era dell’internet delle Cose, dell’auto senza conducente, delle fabbriche intelligenti. Dalla gara di assegnazione lo Stato si aspetta di ricavare almeno 2.5 miliardi di euro, di cui la metà a valere già da quest’anno. Sulla base del regolamento adottato il ministero dello Sviluppo economico organizzerà la relativa gara che dovrà concludersi a settembre e che vedrà confrontarsi Tim, Vodafone, Wind3 e la new entry Iliad, ma anche Fastweb ed Open Fiber. Proprio Fastweb sta criticando il modo in cui Agcom ha scritto le regole «in particolare quelle fissate per lo spettro 3.6-3.8 megahertz» perché «non facilitano l’accesso di un nuovo entrante e favoriscono l’accaparramento di questa parte di spettro da parte degli operatori mobili con una dote frequenziale già consolidata». Il riferimento è a Vodafone e Tim, in una posizione di vantaggio per le frequenze già in concessione sul 4G e per le maggiori disponibilità economiche. Il nodo sta nell’introduzione di un cap, di un tetto, pari a 100 megahertz, che può permettere ad un operatore di partecipare a due lotti differenti, uno da 80 megahertz e l’altro da 20.