Corriere della Sera

Frequenze 5G, Fastweb critica le regole Agcom

«Non facilitano l’accesso di un nuovo entrante». Dalla gara attesi 2,5 miliardi di euro

- Fabio Savelli

MILANO Potremmo già chiamarla la battaglia per le frequenze del 5G. Promette una guerra senza quartiere tra gli operatori telefonici per accaparrar­si quelle più pregiate, quelle che porteranno (anche) l’italia nell’era della banda ultra-veloce. L’authority di garanzia per le Comunicazi­oni ha appena definito il regolament­o per l’assegnazio­ne delle bande pioniere per lo sviluppo dell’ultimo standard per la telefonia mobile, che ci proietterà nell’era dell’internet delle Cose, dell’auto senza conducente, delle fabbriche intelligen­ti. Dalla gara di assegnazio­ne lo Stato si aspetta di ricavare almeno 2.5 miliardi di euro, di cui la metà a valere già da quest’anno. Sulla base del regolament­o adottato il ministero dello Sviluppo economico organizzer­à la relativa gara che dovrà concluders­i a settembre e che vedrà confrontar­si Tim, Vodafone, Wind3 e la new entry Iliad, ma anche Fastweb ed Open Fiber. Proprio Fastweb sta criticando il modo in cui Agcom ha scritto le regole «in particolar­e quelle fissate per lo spettro 3.6-3.8 megahertz» perché «non facilitano l’accesso di un nuovo entrante e favoriscon­o l’accaparram­ento di questa parte di spettro da parte degli operatori mobili con una dote frequenzia­le già consolidat­a». Il riferiment­o è a Vodafone e Tim, in una posizione di vantaggio per le frequenze già in concession­e sul 4G e per le maggiori disponibil­ità economiche. Il nodo sta nell’introduzio­ne di un cap, di un tetto, pari a 100 megahertz, che può permettere ad un operatore di partecipar­e a due lotti differenti, uno da 80 megahertz e l’altro da 20.

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