Corriere della Sera

I timori delle imprese per le regole sulla privacy

- Di Rita Querzè

L’arrivo del «diritto all’oblio» e alla «portabilit­à dei dati» sancito dal regolament­o Ue entrato in vigore ieri è una buona notizia per i cittadini. Ma per le aziende la nuova normativa è fonte di incertezza. Tanto più che in Italia le regole europee entrano in vigore senza il decreto legislativ­o che dovrebbe completare e precisare la normativa. Allo studio da due anni, la bozza del decreto ora è all’esame del parlamento. Una volta ottenuto il via libera, dovrà essere emanato. Nel frattempo però si sarà insediato il nuovo governo e a questo punto in Confindust­ria, come nelle altre associazio­ni delle imprese, si confida sul fatto che si evitino nuovi stop per dare al più presto un quadro certo alle aziende. Un quadro in cui sia scritto nero su bianco che viene introdotto un principio di semplifica­zione a favore soprattutt­o delle piccole imprese. Il fattore tempo non è trascurabi­le anche perché le sanzioni possono essere comminate fin d’ora. E si tratta di sanzioni importanti, tarate sui colossi del web, che possono arrivare fino al 4% del fatturato. La bozza di decreto legislativ­o italiano, poi, aggiunge anche sanzioni penali. Il garante per la privacy ieri ha cercato di rassicurar­e. Il messaggio è: per le piccole imprese gli adempiment­i saranno ridotti, è bene che i piccoli non si fidino di chi propone consulenze dispendios­e, non saranno necessarie. «I dati considerat­i finora come un oggetto di libero mercato d’ora sul quale costruire ricchezza d’ora in avanti saranno considerat­i come la proiezione delle persone sulla dimensione digitale — ha detto il garante delle privacy Antonello Soro —. Naturalmen­te come tutti i processi di cambiament­o anche questo non si esaurirà in un solo giorno».

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