Dall’elicottero riservato ai fratini presi in negozio Così è nato il capolavoro
Una tappa pianificata dalla super organizzazione Sky
BARDONECCHIA Il «guadagno marginale» meno tecnologico della storia di Sky: 15 fratini giallo-fluo acquistati giovedì mattina a Milano. Lungo i tornanti del Col delle Finestre, sapendo che l’ammiraglia avrebbe seguito con difficoltà Chris Froome all’attacco, Sky ha sguinzagliato all’alba 15 uomini muniti di radio, in fratino giallo per essere più visibili, con ruote, gilet, borracce e gel. In ammiraglia Nicolas Portal, primo direttore sportivo, aveva la mappa delle sue truppe e ne anticipava la posizione al corridore che non ha perso nemmeno un secondo per rifornirsi.
Cinque anni. Tanto è servito a Sky per aggiungere a soldi, scienziati e tecnologia tre ingredienti nuovi: umiltà, fantasia e follia che forse le permetteranno (la conferma stasera) di infrangere il tabù Giro d’italia. Nel 2013 al Giro calò regale Sir Wiggins, reduce dai trionfi di Tour e Olimpiadi. Wiggo affondò in stile Fantozzi su una discesetta umida. Nel 2015 toccò a Porte: penalizzazione per cambio ruota proibito, rovinosa caduta dalle parti di Jesolo. Altri 12 mesi ed ecco Landa, tramortito da una frittatina mal digerita. L’anno scorso Geraint Thomas, povero lui, si sfracellò dopo 12 tappe. Insomma, un disastro.
Quest’anno, come i colleghi, anche Froome ha preparato il Giro alla perfezione: allenamento massiccio e ricognizione delle tappe chiave. L’inglese si è presentato «corto» di preparazione a Gerusalemme. «Conoscendo le difficoltà della terza settimana — ha spiegato ieri — volevo arrivarci in crescita di condizione». L’unico a imitarlo è stato Dumoulin, non a caso il solo ancora vicino in classifica. Pinot e Pozzovivo volavano al Tour of The Alps e ora, soprattutto il lucano, boccheggiano.
Imponderabile, per i programmatori di Sky, è stata la maldestra doppia caduta di Gerusalemme e di Mercogliano,
d Froome/1 Mai avevo portato un attacco così da lontano Non potevo aspettare l’ultima salita: ci voleva qualcosa di super
d Froome/2 Non festeggio Non ho vinto niente Il Giro è troppo imprevedibile Sul caso salbutamolo dimostrerò che non ho sbagliato
che ha incrinato i suoi delicati equilibri posturali. È da quel momento che Chris (con Sky), senza mai perdere la testa, ha rivoluzionato il suo atteggiamento mentale e corso per la prima volta da inseguitore e non da leader. L’attacco sullo Zoncolan sembrava il canto del cigno di un condannato a non salire sul podio e invece ha lanciato la riscossa. Partita in elicottero, risparmiando così il trasferimento di 3 ore tra Sappada e Trento, dove la crono ha confermato che le gambe giravano bene. È in quel momento che Sky ha pianificato il Grande Attacco. Giovedì sera, in un salone dell’hotel Ibis di Settala, nel Milanese, non c’erano solo tutti i corridori del team ma anche direttori sportivi, meccanici e massaggiatori, autisti. A ciascun gregario sono stati dati un ritmo e un tempo per condurre l’andatura fin dal primo metro del Colle delle Finestre. A Ellisonde il compito dell’allungo che ha freddato Yates, a Poels di quello che ha distanziato Dumoulin e soci, disorientati dalla distanza immensa dal traguardo.
E i sospetti che da sempre aleggiano sulle frullate dell’inglese? E il ritmo folle di Froome su Finestre, Sestriere e Jafferau? Non era folle. Lungo i 18 chilometri del Colle delle Finestre, Chris ha impiegato 2’ in più di Rujano (2011), sullo Jafferau quasi 3’ in più di Santambrogio (2015): la sua velocità ascensionale (poco più di 1.500 metri/ora) è stata umanissima. Con i tempi di ieri nel 2011 e 2015 non si arrivava nei primi dieci. Nel Giro più massacrante degli ultimi anni, Chris non ha usato i super poteri di qualche Tour fa, ma ha conservato le energie giuste per staccare rivali già al limite (o oltre il limite) delle loro forze. Con pazienza, coraggio e umiltà. Per questo la sua impresa entrerà, salbutamolo o no, nella storia del ciclismo.