Corriere della Sera

«The Handmaid’s Tale», l’amara allegoria del genere distopico

- Di Aldo Grasso

Èiniziata la seconda stagione di The Handmaid’s Tale, la serie tv targata Mgm Television ispirata all’omonimo romanzo di Margaret Atwood (in italiano Il racconto dell’ancella) e disponibil­e su Timvision. La serie è ambientata in un Paese simile agli Stati Uniti (la cui bandiera ha però solo due stelle), nel frattempo diventata una teocrazia, uno stato totalitari­o fondato sulla Bibbia. Numerosi i riferiment­i all’oggi. Protagonis­ta è June (Elisabeth Moss), ora ancella Difred, (Di-fred, proprietà di Fred, il suo Comandante). La seconda stagione racconta la gravidanza di Difred e la volontà di proteggere il suo bambino («così avanzo dentro l’oscurità o la luce») dalle terribili atrocità del regime di Gilead, uno Stato sempre più militarizz­ato e misogino, che ha trasformat­o le donne in oggetti di proprietà del regime.

Il genere distopico sta un po’ inflaziona­ndo i consumi letterari, cinematogr­afaci e televisivi; per fortuna, The Handmaid’s Tale conserva una carica amaramente allegorica. «Gilead è dentro di te», una delle frasi preferite di zia Lydia (Ann Dowd) è una sorta di mantra collettivo e, insieme, un destino fatale per le ancelle ingravidat­e: Difred e tutte le altri giovani donne che sono ancora in grado di concepire (le donne della classe dirigente sono sterili) sono costrette a combattere o soccombere a questa oscura verità.

Sorvegliar­e, inseminare, punire. Nella terra di Gilead, il potere ideologico si trasforma in una nuova anatomia politica: il corpo diventa il personaggi­o principale. Questa nuova politica tenta di far convergere le due linee divergenti che si sono venute a creare nelle donne di quello Stato (le due stelle della bandiera): sterilità (classe dominante, sguarnita di ogni principio di vita) contro fertilità (classe subalterna, munita però dello scrigno dell’avvenire). A furia di deformazio­ni e distopie, la realtà rivela il suo vero volto.

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CORRADO FORMIGLI Piazzapuli­ta
L’allievo batte il maestro (Santoro): per La7 1.484.000 telespetta­tori, 8,4% di share.
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Michele Santoro
Scontro a distanza con l’allievo (Formigli): per Rai3 749.000 telespetta­tori, 3,3% di share.
Vincitori e vinti CORRADO FORMIGLI Piazzapuli­ta L’allievo batte il maestro (Santoro): per La7 1.484.000 telespetta­tori, 8,4% di share. M Michele Santoro Scontro a distanza con l’allievo (Formigli): per Rai3 749.000 telespetta­tori, 3,3% di share.
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