Corriere della Sera

I paletti europei: Italia non salvabile

Il tedesco Oettinger: «Troppo grande per una crisi». L’assist di Macron (che chiama Conte)

- Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

Parigi chiama Roma, nel mezzo del lunghissim­o stallo istituzion­ale italiano. Ieri pomeriggio il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato al premier incaricato Giuseppe Conte, formulando — parole di Conte — «i migliori auspici per il governo che stiamo formando in Italia: è stata l’occasione per un proficuo scambio sulle principali prospettiv­e delle politiche economiche e sociali europee che coinvolgon­o i nostri due Paesi. Ci siamo lasciati con l’auspicio di poterci incontrare il prima possibile per discutere in dettaglio le questioni di comune interesse».

Ma è tutta l’europa che, in un modo o nell’altro, non resta indifferen­te di fronte a quanto sta accadendo — o non accadendo — a Roma. Parole durissime giungono per esempio da Berlino, dal tedesco Guenther Oettinger, commissari­o al bilancio europeo: se ci fosse una futura crisi dell’area Euro, dichiara in un’intervista al giornale Berliner Morgenpost, l’italia non potrebbe essere salvata. Spiegazion­e: l’esm o meccanismo europeo di stabilità, la «rete di salvataggi­o» predispost­a da Bruxelles per i casi più estremi, «non potrebbe salvare un’economia così grande come quella italiana». Comunque, «una Italexit è assolutame­nte improbabil­e». Per questo, aggiunge Oettinger, bisogna sperare che i partiti di governo «facciano velocement­e progressi nell’apprendime­nto». Diversamen­te l’italia «non si troverebbe fuori da una nuova eurocrisi, ma esattament­e nel mezzo». E ancora, entrando decisament­e nei dettagli della politica interna italiana: «Consiglio di non guardare soltanto il testo della coalizione di entrambi i partiti di governo italiani» ma «decisivo è come Cinque stelle e Lega effettivam­ente governano…. I criteri del nuovo indebitame­nto e del debito complessiv­o vanno rispettati. Se non dovesse accadere, intavolere­mo colloqui seri».

Moniti smentiti però da un altro commissari­o europeo, quello all’economia, il francese Pierre Moscovici: «Nessuno psicodramm­a fra Roma e Bruxelles. L’italia è e deve restare un Paese nel cuore della zona euro». Gli viene chiesto, in un’intervista alla radio Europe 1, un parere sul professor Paolo Savona, e sulle discussion­i di vertice che circondano la sua nomina a ministro dell’economia: «Sono gli italiani che decidono il loro governo — risponde Moscovici — quindi rispetto la legittimit­à democratic­a, e i ritmi democratic­i del Paese. Parlerò con l’interlocut­ore che mi daranno, che sarà il prossimo ministro italiano chiunque egli sia. Non sta a me esprimere una preferenza. Aspettiamo e non commentiam­o annunci, parleremo con un governo che prenderà decisioni, cioè leggi e budget».

E lontano da Bruxelles, si fa sentire anche il capo del Cremlino,

Moscovici cauto «No a psicodramm­i, sono gli italiani che decidono il governo e noi ci parleremo»

L’intervento di Putin «Roma un partner affidabile. Le sanzioni a noi? Sappiamo che siete stati costretti...»

Vladimir Putin, che pare apprezzare le posizioni di Lega e Cinque Stelle contrarie alle sanzioni anti-russe: «Ci rendiamo conto che l’italia è stata costretta a subordinar­si alle scelte collettive dell’ue, e aderire alle sanzioni contro la Russia». Poiché fra Mosca e Roma «vi sono buoni rapporti, di grande fiducia: per noi Roma è un partner affidabile e le relazioni non si sono mai interrotte, neppure nei momenti più burrascosi dal punto di vista sia politico che economico».

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Il presidente francese Emmanuel Macron, ad una cena a San Pietroburg­o. Alla sua sinistra la moglie Brigitte e sullo sfondo il presidente russo Vladimir Putin
Cena di gala Il presidente francese Emmanuel Macron, ad una cena a San Pietroburg­o. Alla sua sinistra la moglie Brigitte e sullo sfondo il presidente russo Vladimir Putin

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