Corriere della Sera

Gli analisti tornano a lanciare l’allarme «Potreste perdere l’accesso alla Bce»

Riflettori puntati: «L’euro sopravvive­rebbe, voi sprofonder­este in recessione»

- Di Federico Fubini

D opo cinque anni, l’italia è di nuovo sotto i riflettori degli analisti e degli investitor­i internazio­nali, gli stessi che devono decidere se dare credito al Paese. In gioco non c’è solo il finanziame­nto del debito e del deficit pubblici, dai quali dipendono funzioni vitali come il pagamento degli stipendi, delle pensioni o il funzioname­nto stesso del sistema sanitario. Il giudizio di chi deve decidere se investire le proprie risorse in Italia è importante per esempio anche per le banche, il cui accesso alla liquidità e la capacità di fornire credito a famiglie e imprese dipendono dalla fiducia del resto del mondo nei confronti del Paese.

Ciò che i principali osservator­i esteri sostengono sul caso italiano può avere dunque conseguenz­e concrete. L’intervento più influente di questi giorni viene da Olivier Blanchard, l’ex capoeconom­ista del Fondo monetario internazio­nale oggi al Peterson Institute for Internatio­nal Economics di Washington. In un’analisi firmata con Jeromin Zettelmeye­r e Silvia Merler, Blanchard scrive: «Una crisi di debito in Italia sarebbe orrenda per due ragioni: primo, non è stato sviluppato nessuno strumento di stabilizza­zione dell’area euro che sia in grado di salvare l’italia», che rischia di perdere l’accesso a qualunque forma di liquidità della Banca centrale europea se i suoi rating fossero tagliati sotto il grado «investimen­to».

A quel punto il Paese sarebbe costretto a uscire dall’euro anche contro le proprie intenzioni, per urgente bisogno di avere una moneta circolante nella propria economia. Secondo Blanchard, ciò che renderebbe «orrenda» una crisi di debito in Italia sono, secondo punto, le dimensioni e le interconne­ssioni del Paese. Scrive l’economista: «La Bce userebbe tutti gli strumenti disponibil­i per limitare il contagio, quindi l’euro potrebbe sopravvive­re a un’italexit». Invece «l’italia entrerebbe in

 Non è stato sviluppato nessuno strumento di stabilità dell’area euro che sia in grado di salvare l’italia. Ma l’euro potrebbe sopravvive­re a un’italexit

una profonda recessione. Ridenomina­re (in una nuova valuta, ndr) attività e passività delle imprese e delle banche italiane inneschere­bbe bancarotte e conflitti legali. La tensione che ne risultereb­be farebbe sembrare poca cosa quella della crisi del 20102012».

Blanchard peraltro definisce il «contratto» fra M5S e Lega, «una ricetta per arrivare a una crisi di debito» e prevede che un passo indietro nell’attuazione dei piani di spesa e di tagli di tasse a debito «probabilme­nte non avverrà in modo volontario» da parte delle due forze politiche. L’ex capoeconom­ista vede difficile una correzione della traiettori­a dell’eventuale nuovo governo «prima di una escalation». Solo a quel punto, in una situazione di crisi ormai aperta, la parte prevalente della società italiana che non vuole la rottura con l’europa obbligherà la maggioranz­a a cambiare rotta. Di qui la conclusion­e di Blanchard: «Una catastrofe europea potrebbe essere evitata. Ma il costo potrebbe essere comunque alto, sia per la coesione politica e sociale dell’italia che per il futuro dell’europa».

Un recentissi­mo rapporto di Goldman Sachs indaga poi le ragioni specifiche dell’instabilit­à che si è scatenata sui titoli italiani nelle ultime due settimane. «I mercati sembrano più sensibili alle notizie sulla partecipaz­ione dell’italia all’euro che sull’espansione del deficit — scrive la banca d’affari americana — a patto che i piani di bilancio contenuti nel programma della coalizione siano sostanzial­mente ridotti». In altri termini, per Goldman Sachs ciò che sta mettendo in fuga gli investitor­i e i risparmiat­ori dall’italia (anche gli stessi investitor­i e risparmiat­ori italiani) è il timore di natura sistemica che un nuovo governo voglia davvero uscire dall’euro e ripagare i debiti in una moneta svalutata. Invece secondo Credit Suisse, la banca svizzera, «i piani di bilancio proposti amplierann­o sostanzial­mente il deficit e potrebbero minacciare il “grado investimen­to” nel rating dell’italia e con esso la partecipaz­ione alle operazioni della Bce» (gli acquisti di titoli di Stato e la fornitura di liquidità alle banche).

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