Kim e Moon, abbraccio «a sorpresa» per rilanciare il dialogo
Incontro nella parte Nord della zona demilitarizzata, triplo abbraccio, colloquio di due ore «per scambio di vedute franco». Kim Jong-un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in ieri pomeriggio sono tornati a Panmunjom dopo l’evento del 27 aprile, questa volta senza preavviso al mondo. Cercano di tenere vivo il dialogo tra le due Coree e di mandare un segnale a Donald Trump, che sembra di nuovo entusiasta di andare al vertice con il Maresciallo «probabilmente a Singapore, stessa data del 12 giugno e se necessario anche per più di un giorno» (ennesimo tweet presidenziale lanciato ieri mattina).
Sono stati giorni tra il dramma e la farsa, che però hanno attori determinati: è emerso un fronte americano desideroso di informare Kim che se non si arrende farà la fine del colonnello Gheddafi (John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale e Mike Pence, vicepresidente); e si intravede anche la resistenza dell’élite militare nordcoreana, che non vuole perdere la potenza nucleare e missilistica. La Casa Bianca sospetta che stia giocando sporco il cinese Xi Jinping, perché Pyongyang ha ripreso a lanciare minacce e insulti subito dopo che Kim ha visto il maestro Xi per la seconda volta il 7 maggio. Ora Moon ha pareggiato il bilancio con il secondo incontro con Kim. Riferirà subito a Washington.
Sembra una telenovela di odio e amore. Trump ormai chiama Kim «sua eccellenza» e nella stessa dichiarazione gli ricorda la forza militare schiacciante degli Usa. Tra le sue molte attività Trump ha condotto un reality show, «L’apprendista», nel quale si divertiva ad assumere o licenziare candidati. Ha un grande senso teatrale anche Kim e (a ieri notte, ora della Penisola coreana) il vertice del 12 giugno sembrava di nuovo possibile. Ma il finale è lontano. Gli Stati Uniti vogliono la «denuclearizzazione» completa, del Nord; Kim offre «controllo delle armi». Riduzione delle testate e dei missili che lo garantiscono da un attacco e in cambio ripiegamento delle forze americane dal Sud, riconoscimento come potenza atomica, ripresa immediata dei commerci con Sud e Cina. Il seguito nel prossimo tweet presidenziale.