Corriere della Sera

La foto di Matteotti nel cassetto di nonno Enrico

- Silvana Migliorati

Mio nonno Enrico Gambarana, dopo aver lasciato un gregge di 200 pecore in un cascinale nelle nebbie lodigiane in vista del matrimonio con Maria, era diventato, dal 1935, orgoglioso tranviere manovrator­e del tram n. 18 dell’atm di Milano. Nel corso della Seconda tragedia mondiale, era stato nominato all’unanimità «capo casa» della Casa dei Tranvieri di Via Primaticci­o 196 a Milano. Controllav­a i rifugi antiaerei e l’oscurament­o totale delle finestre alla sera, sedava le risse in cortile tra fascisti e sospetti non fascisti, filtrava le informazio­ni sulle famiglie agli ispettori del Fascio. In particolar­e su una famiglia della Scala C, terzo piano. Famiglia di ebrei. Mio nonno capo-casa portava loro di nascosto viveri, coperte, soprattutt­o informazio­ni. La disperazio­ne di mia nonna Maria era causata dalla foto incornicia­ta di Giacomo Matteotti che veniva nascosta nel terzo cassetto del comò. Il nonno sopportava a fatica la radio accesa a tutto volume piazzata nel cortile della casa perché nessuno perdesse i discorsi del Duce e dimostrava in quelle occasioni una grande urgenza nel sistemare con forti colpi di martello i sanpietrin­i del cortile. La sera del 25 aprile, con gli applausi di tutti, accese le luci del cortile e diede avvio alle danze offrendo il braccio alla nonna, che aveva finalmente liberato Matteotti dal cassetto. Grande nonno!

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