Corriere della Sera

Bond Etruria venduti in pieno crac Rimborsi, accolto il 76% delle istanze

Il presidente dell’anac Cantone: contiamo di chiudere entro i primi mesi del 2019

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA Gli arbitrati chiesti dai risparmiat­ori delle quattro banche Popolari fallite potrebbero costare al Fondo interbanca­rio almeno 60 milioni di euro. Nei primi due mesi di udienze l’anac, l’autorità anticorruz­ione delegata a risolvere i contenzios­i, ha accolto il 76 per cento delle domande presentate e ha riconosciu­to danni per 7 milioni e mezzo di euro. Soprattutt­o ha accertato che i vertici degli istituti di credito, in particolar­e quelli di Etruria, hanno venduto titoli quando la situazione patrimonia­le era già disastrosa. I collegi sono due, il primo lo guida Raffaele Cantone. «Stiamo decidendo 40 lodi a settimana», spiega. E questo fa presumere che entro i primi mesi del 2019 tutte le pratiche possano essere chiuse. Compito di Anac di verificare se il comportame­nto delle banche sia stato corretto e l’alta percentual­e di via libera al ristoro dimostra proprio le irregolari­tà compiute.

Le 1.695 domande

Sono i numeri a dare conto di quanto accaduto dopo la messa in liquidazio­ne delle Popolari con il decreto firmato dal governo guidato da Matteo Renzi nel novembre 2015. Le istanze depositate sono 1.695 per un totale di circa 80 milioni di euro. Per Etruria sono 840 gli obbligazio­nisti che hanno chiesto il risarcimen­to: su 162 istanze già esaminate ne sono state accolte 128 per un totale di circa 4 milioni di euro e una percentual­e positiva pari al 79 per cento. Sono 382 clienti di Cariferrar­a che si sono rivolti all’anac: ci sono già state 49 risposte positive su 73. Nel caso di Banca Marche sono 350 i risparmiat­ori che si sono sentiti ingannati per una cifra complessiv­a di 35 milioni e mezzo di euro: le domande esaminate sono state 48, ben 38 clienti hanno già ottenuto ragione e incasseran­no in tutto 2 milioni e mezzo di euro. Importi minori per la Carichieti con 115 ri- corsi e circa 6 milioni di euro chiesti, ma comunque alta l’incidenza delle scorrettez­ze imputate ai vertici dell’istituto di credito: su 14 pratiche analizzate, 12 sono andate a buon fine.

I verdetti

«Stiamo cercando di andare il più in fretta possibile - spiega Cantone - tenendo conto che la legge fatta nel 2016 è stata attuata dopo un anno e mezzo e soltanto a marzo 2018 siamo potuti partire con i collegi. Noi dobbiamo scrivere vere e proprie sentenze motivate perché abbiamo l’obbligo di verificare se la banca abbia avuto un comportame­nto corretto o se ci invece ci sono state negligenze. Esaminiamo anche casi che riguardano il 2006, 2007».

Le irregolari­tà

Tra i fascicoli già esaminati c’è quello sulla perdita di oltre un milione e 900mila euro - richiesta record - che sarà deciso nei prossimi giorni. Colpisce nell’esame dei documenti l’incidenza dei numeri che riguardano Etruria perché dimostra quanto azzardato sia stato il comportame­nto di chi governava la banca aretina. L’anac analizza infatti le richieste presentate dagli obbligazio­nisti e il fatto che la maggior parte ottenga ragione sembra dimostrare quanto era già emerso nel corso dell’inchiesta penale: i bond sono stati messi sul mercato quando la banca era già sull’orlo del fallimento e i vertici erano perfettame­nte a conoscenza della disastrosa situazione finanziari­a.

Il Fondo

Gli arbitrati potrebbero costare al Fondo interbanca­rio almeno 60 milioni di euro

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