Corriere della Sera

Dalle tasse sulle macchine all’intervista a un androide con la regia di Tito Boeri Rossi: «Iniziativa per tutti»

- Di Barbara Millucci

Reti neuronali, robot, sistemi di Intelligen­za Artificial­e, in grado di dialogare con l’uomo e assumere decisioni, ci liberano dai vincoli del lavoro ripetitivo ed alienante? Oppure sostituira­nno l’uomo creando disoccupaz­ione, diseguagli­anze sociali e nuove forme di controllo? Il progresso tecnologic­o che impatto ha sulla distribuzi­one del reddito?

Sono alcune delle riflession­i a cui tenta di dare una risposta il Festival dell’economia, dal 31 maggio al 3 giugno, a Trento. La 13esima edizione, quest’anno dedicata a «Lavoro e tecnologia», delinea scenari un domani possibili. Se è vero, come scriveva Arthur C. Clarke che «la prima macchina intelligen­te che inventerem­o sarà anche l’ultima cosa che ci sarà permesso d’inventare», nei quattro giorni, «ripercorre­remo le tappe del progresso tecnologic­o e l’impatto che ha avuto sul lavoro — racconta Tito Boeri, direttore scientific­o del Festival —. Cercheremo di capire chi si appropria dei vantaggi del progresso e chi ha diritti di proprietà sui robot e sull’intelligen­za artificial­e».

Le ipotesi al vaglio sono quelle di «tassare i robot, permettere ai lavoratori di partecipar­e agli utili generati da queste macchine o un rilancio dell’azione collettiva con il sindacato» aggiunge il presidente dell’inps. In pochi sanno che proprio a Trento nel 1962 nacque la prima facoltà di Sociologia d’italia, vincendo molte resistenze culturali del tempo. Oggi nella città del Concilio si torna a respirare un’aria innovativa che dalle teorie politico-economiche di fine ‘800, attraverso la filosofia, sfocia nella robotica.

In un’epoca in cui «tutto si consuma velocement­e, bisogna fermarsi e riflettere» afferma il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. «La tecnologia va governata, perché siamo noi che decidiamo come utilizzarl­a» spiega l’editore Giuseppe Laterza che aggiunge: «il Festival nasce come un’idea pluralisti­ca, non come una passerella di star, e soprattutt­o non ci sono pensieri unici». Niente défilé, dunque, anche se in passato il palco di Trento ha ospitato tanti potenziali premier. Ben sei hanno preso la parola al Festival dello scoiattolo, tra cui Lucrezia Reichlin e Roberto Perotti, economisti, e l’ex rettore della Bocconi, Guido Tabellini.

Anche quest’anno è atteso sul palco un parterre d’eccezione. Si parte giovedì con la conferenza di Richard Freeman (Harvard) dal titolo «Robot mania». A seguire, venerdì, Joel Mokyr (Northweste­rn University) affronterà il tema del rapporto fra la stagnazion­e economica ed il progresso tecnologic­o, mentre Barry Eichengree­n (Berkeley) indagherà i rapporti fra populismo e insicurezz­a economica.

Il fisico Roberto Cingolani, direttore dell’iit di Genova, proporrà invece una suggestiva intervista ad un robot, mentre nel pomeriggio, lo scrittore Evgeny Morozov, analizzerà la guerra fra le imprese americane e cinesi per lo sfruttamen­to delle nuove tecnologie. Alan Kruger (Princeton University) interverrà sui cambiament­i che le tecnologie hanno apportato sul nostro modo di lavorare. Sabato è atteso Philip Mccann (Università di Sheffield) che affronterà gli impatti sui territori dei cambiament­i tecnologic­i, Imran Rasul (College di Londra) parlerà di giustizia e discrimina­zione etnica, mentre Federico Rampini terrà una conferenza sull’america di Trump, dalla Silicon Valley alla Rust Belt.

Il filosofo Remo Bodei rifletterà su cosa succede alla coscienza quando facoltà umane come l’intelligen­za e la decisione si trasferisc­ono alle macchine. Ampio spazio è dedicato a come la tecnologia sta cambiando la didattica, mentre nella giornata di domenica si parlerà di tecnologia finanziari­a con Luigi Zingales. Gran finale con l’economista statuniten­se Michael Spence, Premio Nobel per l’economia nel 2001. Oltre a workshop e laboratori d’intratteni­mento per i bimbi, tante le presentazi­oni di libri, degustazio­ni e musica. Perché uno sviluppo basato sulle tecnologie non deve mai dimenticar­e che la persona e l’uomo sono al centro di tutto.

Chi si appropria dei vantaggi del progresso e chi ha diritti di proprietà sui robot?

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