Corriere della Sera

«Il mio romanzo popolare d’italia»

Myrta Merlino e gli ascolti in crescita su La7: così riesco a mettere insieme pubblici diversi

- Paolo Conti

«Sto vivendo un matrimonio televisivo felice, che funziona bene. A La7 mi apprezzano e mi stimano, ho un contratto molto lungo per L’aria che tira. Certo, le lusinghe mi piacciono, capita a tutte le donne, amo sapere che esiste un mercato e quindi possono arrivare altre proposte. Però qui mi sento a casa mia, ho conquistat­o il mio spazio un millimetro alla volta, e qui resterò».

Myrta Merlino chiuderà il suo programma su La7 l’8 giugno, dopo 210 puntate, e risponde così a chi parla di possibili proposte Rai. La rete diretta da Andrea Salerno offre queste cifre su L’aria che tira: nella fascia 11-12 è il terzo programma più visto, nell’ultima settimana è arrivato all’8,5% di share tra le 11 e le 12 e al 6,4% tra le 12 e le 13.30.

Il suo bilancio?

«Siamo partiti nell’ottobre 2011 con 23 minuti di economia, ora ecco, anni dopo, i risultati. Soprattutt­o con quel 6,4% nella seconda parte che sembrava impensabil­e. L’editore Urbano Cairo, quando arrivò, mi aveva chiesto di puntare al 3%. Sono entusiasta. Merito di una squadra affiatata, attenta, pronta ad affrontare tutti i risvolti dell’attualità quotidiana con profession­alità ed elasticità».

Lei propone economia e politica quando, al mattino, su altre reti si cucina o si punta sul gossip. Non è una scelta elitaria?

«Al contrario. Abbiamo capovolto il luogo comune che individua in quella fascia un pubblico di serie B. Invece lo abbiamo considerat­o di serie A con ospiti da prima serata, inviati sul campo, tabelle, cifre e dati. E siamo fieri della nostra capacità di mantenere un doppio pubblico: quello popolare e l’altro, magari più raffinato e intelligen­te, che chiede informazio­ne e attualità».

La sua formula per il doppio registro?

«La serietà degli approfondi­menti unita al mio lato pop, al mio essere me stessa con la mia napoletani­tà, le battute, il sorriso».

Come avviene troppo spesso nella tv italiana, scoppiano risse. Come si comporta?

«Purtroppo in politica non ci si confronta più tra avversari ma tra nemici. Io metto in campo sia la mia educazione personale, richiamand­o al dovere di ascoltare le idee diverse dalle proprie, che l’equidistan­za politica. Di volta in volta mi danno della leghista, della berlusconi­ana, dello zerbino di Renzi, della fiancheggi­atrice del M5S perché assicuro spazio agli ospiti. Che soddisfazi­one...».

A proposito di Rai, pensa che il suo programma sia «da servizio pubblico»?

«Sì, certo. Ogni giorno raccontiam­o il grande romanzo popolare del nostro Paese tenendo l’orecchio a terra e seguendo l’italia. Per spiegarmi: io ho visto crescere politicame­nte Di Maio e Salvini proprio perché sono stati continuame­nte ospiti dai luoghi in cui avvenivano fatti significat­ivi. Siamo una barca a vela leggera e agile, molto più della Rai. Se avviene qualcosa, ci muoviamo con estrema rapidità».

A proposito di servizio pubblico, crede che il canone ora solo della Rai vada redistribu­ito?

«Senza dubbio. Parliamo continuame­nte di meritocraz­ia. Il metodo più trasparent­e e sereno sarebbe mettere il canone a gara indicando parametri chiari per chi assicura un servizio pubblico. Così finirebber­o le rendite di posizione e anche l’impossibil­ità di accedere a un importante strumento economico».

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Myrta Merlino conduce su La7 «L’aria che tira» che nell’ultima settimana è arrivato all’8,5% di share
Volto Myrta Merlino conduce su La7 «L’aria che tira» che nell’ultima settimana è arrivato all’8,5% di share

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