Corriere della Sera

Verstappen si è smarrito nella vita del Principato

- Di Giorgio Terruzzi

Il bimbo prodigio si è smarrito di nuovo, una costante di stagione. Da primo a ultimo. In testa nelle libere, partirà in fondo alla griglia. Max Verstappen: intrappola­to in un cono d’ombra insistente. È bastata una variazione di traiettori­a tra le «esse» delle Piscine. Ha scartato per superare Sainz, ha perso l’unica linea possibile. Sbam. Ruota anteriore destra contro il guard rail, sospension­e fratturata, urto contro le barriere. Qualifiche saltate. Il fatto è che la Red Bull qui è una bestia aggrappata all’asfalto, come da pole firmata Ricciardo. Il che ha reso più grave e allarmante l’errore. Jackie Stewart — tre titoli mondali e un occhio formidabil­e per valutare i piloti — scuote la testa sconsolato: «Verstappen è il più grande talento di questa epoca. Ma una volta raggiunto il vertice, serve portare il controllo mentale ad un livello di pari eccellenza. È questione di testa. A Max servirebbe un tutor come Niki Lauda, lucido e diretto». Si, ma Niki non ci sta affatto: «Deve aiutarsi da solo e piantarla di fare cose stupide». Anche perché un tutor esiste già, si chiama Helmut Marko, è l’uomo che ha scaraventa­to Verstappen in F.1, nel 2015. Età di Max: 17 anni e 166 giorni. Il più giovane debuttante della storia. Ieri, pure Marko è sembrato impotente accogliend­o il suo pupillo nel box, protagonis­ta di una regression­e in luogo di una crescita. Qui, stessa curva e dinamica, Verstappen commise identico strafalcio­ne due anni fa. Da allora, questo ragazzo cresciuto a pane e kart, educato con una durezza al limite della violenza da papà Jos, ha meraviglia­to e diviso l’intera platea; ha firmato un contratto sino al 2020 per 20 milioni l’anno. Abita per conto proprio, qui a Montecarlo; pare che cominci a divertirsi, la sera in un locale notturno di Mentone. «Finalmente comincia a vivere» sussurra chi gli è vicino. Come dire: libero, dopo troppa disciplina imposta e subita. Libero di divertirsi, certo. Di trasgredir­e, forse. Di sbagliare mica tanto, non più.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy