Prestazioni gratuite in nove Regioni
L’indagine
Analisi di laboratorio
Test di autocontrollo (es: glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina, transaminasi) Test delle urine
Test di ovulazione, di gravidanza, di menopausa, test colon-retto
Esami diagnostici
Misurazione di pressione arteriosa, auto-spirometria
Holter pressorio e cardiaco Elettrocardiogramma tramite telemedicina
Prenotazioni presso strutture pubbliche e accreditate di visite ed esami specialistici, pagamento ticket, ritiro dei referti
Prestazioni professionali di infermieri e fisioterapisti sia all’interno della farmacia, sia a domicilio del paziente
(campione di 2.499 farmacie) 7,3%
Esiste una grande variabilità, a livello regionale e addirittura provinciale, nelle modalità di diffusione in farmacia delle prestazioni previste dalle norme vigenti e, in più di otto casi su dieci, i costi sono a carico dei cittadini.
Lo ha evidenziato un’indagine cui hanno partecipato circa 2.500 farmacisti, svolta l’anno scorso dall’«osservatorio nazionale sulla farmacia dei servizi» istituito presso la scuola Altems dell’università Cattolica.
«La maggior parte dei farmacisti (81%) già fornisce i nuovi servizi, ma solo il 7% degli intervistati effettua prestazioni remunerate esclusivamente dalle Regioni — spiega Maria Diana Naturale, coordinatrice dell’osservatorio —. In alcuni casi il servizio non viene fatto pagare o perché se ne fanno carico direttamente le farmacie o perché si avvalgono di contributi esterni, nel resto dei casi a pagare la prestazione di tasca propria sono i clienti». Del resto, come sottolinea Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-cittadinanzattiva, «nonostante la Legge sulla farmacia dei servizi risalga ormai a quasi dieci anni fa, non ha mai trovato concreta attuazione per le prestazioni in regime di Servizio sanitario nazionale».
Ma ora c’è una buona notizia: sono stati stanziati dalla Legge di Bilancio 2018 i fondi (36 milioni di euro) per avviare in nove Regioni, nel triennio 2018-2020, la sperimentazione delle prestazioni nell’ambito del Servizio sanitario senza costi diretti per i beneficiari. In base al Decreto del Ministero della Salute, d’intesa con quello dell’economia e con le Regioni, la sperimentazione partirà da quest’anno in Piemonte, Lazio e Puglia, si estenderà nel 2019 a Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia e poi, nel 2020, a Veneto, Umbria e Campania. In base alla richiesta (accolta) della Conferenza delle Regioni anche altre Regioni, oltre alle nove individuate dal Decreto, potranno avviare le stesse iniziative nel corso del triennio, attingendo alle risorse per gli «Obiettivi di Piano» previste nel Fondo sanitario nazionale. I tavoli tecnici Governo-regioni monitoreranno come procede la sperimentazione «per verificare le modalità organizzative e le ricadute in termini sanitari ed economici, al fine dell’eventuale estensione sull’intero territorio nazionale».
«È un passo avanti importante verso il riconoscimento della farmacia come presidio sociosanitario sempre più integrato con il Servizio sanitario nazionale, perché si pongono basi economiche concrete per finanziare le prestazioni fornite dalle farmacie, a tutto vantaggio dei fruitori— commenta Marco Cossolo, presidente di Federfarma — . La sperimentazione può essere un volano per il rinnovo della Convenzione nazionale Secondo l’indagine dell’osservatorio nazionale sulla farmacia dei servizi, il 96% dei farmacisti intervistati vorrebbe avere un ruolo attivo nella presa in carico dei malati cronici, aiutandoli ad assumere correttamente le terapie e segnalando al dottore eventuali situazioni di rischio. Allo stato attuale, però, solo nel 30% dei casi si riesce a monitorare l’aderenza del paziente alle terapie tra farmacie e Servizio sanitario nazionale». Nella Convenzione farmaceutica, infatti, dovranno essere stabilite le modalità di svolgimento dei servizi e la loro remunerazione. «Lo Stato — aggiunge Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani — può mettere in atto una rivoluzione puntando su un processo di cura sul territorio, in particolare per le malattie croniche già molto diffuse e in costante aumento: grazie ai servizi erogati dal farmacista, come il supporto all’aderenza alla terapia, l’educazione terapeutica e le altre prestazione previste dalla Legge, e alla creazione di una rete con gli altri professionisti, è possibile davvero mettere al centro il paziente e assisterlo dove vive e lavora, diminuendo anche il carico sugli ospedali, che devono occuparsi soprattutto degli eventi acuti e delle emergenze, e quindi i costi sanitari». https://www. corriere.it/ salute