Corriere della Sera

«Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato il percorso»

- Di Sergio Mattarella

Dopo aver sperimenta­to, nei primi due mesi, senza esito, tutte le possibili soluzioni, si è manifestat­a (...) una maggioranz­a parlamenta­re tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega che, pur contrappos­ti alle elezioni, hanno raggiunto un’intesa, dopo un ampio lavoro programmat­ico. Ne ho agevolato, in ogni modo, il tentativo di dar vita a un governo. Ho atteso i tempi da loro richiesti per giungere a un accordo di programma e per farlo approvare dalle rispettive basi di militanti, pur consapevol­e che questo mi avrebbe attirato osservazio­ni critiche. Ho accolto la proposta per l’incarico di presidente del Consiglio, superando ogni perplessit­à sulla circostanz­a che un governo politico fosse guidato da un presidente non eletto in Parlamento. (...)

Nessuno può, dunque, sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiament­o. (...) Avevo fatto presente, sia ai rappresent­anti dei due partiti, sia al presidente incaricato, senza ricevere obiezioni, che, per alcuni ministeri, avrei esercitato un’attenzione particolar­mente alta sulle scelte da compiere.

Questo pomeriggio il professor Conte — che apprezzo e che ringrazio — mi ha presentato le sue proposte per i decreti di nomina dei ministri che, come dispone la Costituzio­ne, io devo firmare, assumendom­ene la responsabi­lità istituzion­ale. In questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia, che non ha mai subito, né può subire, imposizion­i. Ho condiviso e accettato tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro dell’economia.

La designazio­ne del ministro dell’economia costituisc­e sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari. Ho chiesto, per quel ministero, l’indicazion­e di un autorevole esponente politico della maggioranz­a, coerente con l’accordo di programma. Un esponente che — al di là della stima e della consideraz­ione per la persona — non sia visto come sostenitor­e di una linea, più volte manifestat­a, che potrebbe provocare, probabilme­nte, o, addirittur­a, inevitabil­mente, la fuoruscita dell’italia dall’euro. Cosa ben diversa da un atteggiame­nto vigoroso, nell’ambito dell’unione europea (...).

A fronte di questa mia sollecitaz­ione, ho registrato — con rammarico — indisponib­ilità a ogni altra soluzione, e il presidente del Consiglio incaricato ha rimesso il mandato. L’incertezza sulla nostra posizione nell’euro ha posto in allarme gli investitor­i e i risparmiat­ori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre aziende. L’impennata dello spread, giorno dopo giorno, aumenta il nostro debito pubblico e riduce le possibilit­à di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali. (...) Occorre fare attenzione anche al pericolo di forti aumenti degli interessi per i mutui, e per i finanziame­nti alle aziende. (...) È mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri — che mi affida la Costituzio­ne — essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani. In questo modo, si riafferma, concretame­nte, la sovranità italiana. (...) Quella dell’adesione all’euro è una scelta di importanza fondamenta­le per le prospettiv­e del nostro Paese e dei nostri giovani (...). Sono stato informato di richieste di forze politiche di andare a elezioni ravvicinat­e. Si tratta di una decisione che mi riservo di prendere, doverosame­nte, sulla base di quanto avverrà in Parlamento. Nelle prossime ore assumerò un’iniziativa.

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