Berlusconi: rispetto per Mattarella Ora è in forse l’asse con la Lega
Il dubbio se andare al voto ancora alleati
«Impeachment? Ma questi sono impazziti? Manteniamo il sangue freddo. Non possiamo rompere ora con Salvini, non sappiamo quali saranno le sue prossime mosse. L’unica cosa che deve essere chiara a tutti è che Forza Italia non attaccherà il presidente della Repubblica». Alle 7 di sera, mentre davanti alla tv assiste allibito ai frantumi del tentativo di Giuseppe Conte e all’escalation di Matteo Salvini contro Sergio Mattarella, Silvio Berlusconi trattiene il fiato e convoca un gabinetto di guerra.
Sente Niccolò Ghedini e chiama Gianni Letta, che a sua volta aveva parlato con Antonio Tajani. La situazione è da brivido. E quando s’affacciano le dichiarazioni di Fratelli d’italia sulla messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica, all’interno del consesso c’è chi fatica a credere alle proprie orecchie. «Ma questi sono impazziti? Ma non ci pensano ai risparmi degli italiani? Già siamo traballanti, con questa incertezza sui mercati rischiamo sul serio».
I «risparmi degli italiani» diventeranno il perno della nota ufficiale in cui Silvio Berlusconi prende atto «con rispetto delle decisioni del presidente della Repubblica» e bolla alla voce «irresponsabile» quel Movimento 5 Stelle «che parla di impeachment». È un modo per parlare alla nuora pentastellata perché anche le suocere del centrodestra — Salvini e Meloni — intendano. Forza Italia, recita la dichiarazione, «attende le determinazioni del capo dello Stato» e quindi valuterà il sostegno al tentativo di Carlo Cottarelli. «Ma ove necessario sarà pronta al voto».
Già, il voto. Ma con quale schieramento? Sulla carta, fino a che Salvini non si spingerà fino alla richiesta di impeachment («Ma non lo farà perché altrimenti allungherebbe la legislatura», sostengono da Forza Italia), l’alleanza rimane. Virtualmente, stanti le posizioni anti-quirinale del Carroccio, è difficile immaginare berlusconiani e salviniani uniti alle prossime elezioni. Per le posizioni distanti su Europa ed euro, certo. Ma anche, e questa riflessione è stata svolta a più riprese ad Arcore nelle ultime ore, «perché rischieremmo di venire cannibalizzati da Matteo prima nella distribuzione dei collegi uninominali, poi alla urne».
La strada maestra, che forse prenderà forma nelle prossime settimane, è quella che uno dei massimi rappresentanti del partito berlusconiano sintetizza così: «Per Forza Italia questa è o la fine o l’inizio. Se ci accodiamo a Matteo sarà la fine». Ad Arcore, quando si fa notte, a tutti i big del partito che riescono a mettersi in contatto con lui, Berlusconi ripeterà che «bisogna tenere i nervi saldi». Inconsapevolmente o meno, sono le stesse parole con cui Paolo Gentiloni ha rotto il silenzio della classe politica annunciando la propria vicinanza a Mattarella.
In fondo, la prima matassa da dipanare è tutta là. Quanto andrà avanti l’attacco al capo dello Stato? Tra i berlusconiani della cerchia ristretta, c’è già chi evoca «un Fronte repubblicano» che si opporrà ai populisti. Precisando che «noi staremo col primo, non coi secondi».
Le posizioni
Tra gli azzurri c’è chi evoca un «Fronte repubblicano», con FI, opposto ai populisti