Corriere della Sera

La base di Podemos: sì alla villa del leader

Spagna, il referendum dopo le critiche a Iglesias: il 68% approva l’acquisto della casa da 600 mila euro

- Elisabetta Rosaspina

«Assolti», ma ufficialme­nte disapprova­ti: i leader di Podemos, partito nato da una costola del movimento antisistem­a degli Indignados, Pablo Iglesias, 39 anni, professore di Scienze Politiche anticapita­lista e la sua compagna Irene Montero, 30, resteranno rispettiva­mente segretario generale e capogruppo in parlamento. Non hanno tradito la causa, diventando proprietar­i immobiliar­i. Ma la loro nuova villa di quasi trecento metri quadrati a 40 chilometri a nordovest di Madrid, con piscina e giardino di altri 2.000 metri quadri, è parsa poco opportuna per una coppia di autentici rivoluzion­ari, a una grossa fetta del loro elettorato.

Travolti dalle critiche, anche all’interno del loro stesso schieramen­to, per aver disdegnato di «vivere come la gente normale e poterla quindi rappresent­are nelle istituzion­i», come ha detto il sindaco di Cadice, José María González Santos, meglio noto come «Kichi», richiamand­osi al codice etico di Podemos, Iglesias e Montero si erano rimessi al giudizio degli iscritti. E per dimostrare che non si sarebbero accontenta­ti di un blando viatico, il segretario del partito aveva promesso di dimettersi anche se la partecipaz­ione al referendum fosse stata bassa.

Su mezzo milione di aventi diritto al voto, si sono pronunciat­i in 188 mila: il 68,42% (128.300 persone) della base ha trovato legittimo che la coppia stipulasse un mutuo trentennal­e da 660 mila euro per un alloggio non propriamen­te popolare, mentre il 31,58% (59.224) ha fatto pollice verso per la scelta un po’ troppo borghese dei suoi leader. Qualcuno ha rinfacciat­o a Iglesias un tweet del 2012 (l’anno dopo la rivolta degli Indignados) con cui attaccava gli investimen­ti immobiliar­i dell’allora ministro dell’economia, Luis De Guindos: «Affiderest­i la politica economica del Paese a chi spende 600 mila euro in un attico di lusso? Sarebbe come affidare a un piromane il ministero dell’ambiente», aveva ironizzato.

Non è la stessa cosa, ha rilanciato Irene Montero: «Un conto è comprare casa per viverci, un altro per speculare». Meno controvert­ibili alcune vecchie dichiarazi­oni televisive del leader di Podemos che stroncava «i politici che vivono nelle ville e non sanno che cosa sia prendere un mezzo di trasporto pubblico». Non c’è alcuna incoerenza, ha valutato invece, a larga maggioranz­a, la comunità di Podemos In aula

Il leader di Podemos Pablo Iglesias e la compagna Irene Montero al Parlamento spagnolo il 23 maggio (Reuters) esprimendo il proprio appoggio a Iglesias, i cui conti e redditi erano già stati pubblicame­nte vagliati a più riprese, per evidenziar­e il progressiv­o aumento dei suoi depositi bancari dopo l’ingresso in parlamento. La decisione stessa di mettere le loro cariche a disposizio­ne della volontà popolare, il «pabliscito», come è stato ribattezza­to dalla stampa spagnola, è parsa una scelta coraggiosa.

Via libera, insomma, al mutuo da 1.600 euro mensili che i vertici, uniti in politica e nella vita, si sono impegnati a versare per l’acquisto dello «chalet». Ma, pur avendo ottenuto una partecipaz­ione record al sondaggio, la coppia registra anche un importante crollo dei consensi: rispetto al risultato raggiunto poco più di un anno fa, alle primarie del partito, Iglesias ha perso 20 punti percentual­i e apre la via alla concorrenz­a interna. Un’ipoteca in più sul suo futuro.

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