Corriere della Sera

Alex, la vita dopo il pirata «La svolta? Un’equazione»

Schio: l’incidente, il coma, le terapie. Torna a scuola dopo un anno

- Dal nostro inviato a Schio Andrea Pasqualett­o

La macchina che sorpassa, lui che in moto se la trova addosso, l’impatto, il volo, il buio. E mentre Alex giace steso e inerte sull’asfalto di Marano, l’investitor­e fugge.

Succedeva un anno fa, esattament­e il 3 giugno, data che ha segnato profondame­nte la vita dello studente vicentino Alex Pietribias­i, diciott’anni, oltre due metri di muscoli atletici. Entrò in coma e il pessimismo dei dottori lasciava poche speranze a tutti. «Rischio di stato vegetativo», scuotevano la testa fra cannule di ogni tipo. Poi fece un mese di rianimazio­ne e quasi un anno di ospedale. «E adesso eccomi qua che riesco a fare quasi tutto», sorride il ragazzotto spingendo la carrozzell­a nel giardino di casa, a Schio, dove abita con mamma papà e due fratelli.

Alex ha perso l’uso delle gambe ma lotta come un leone nella sua nuova vita. Ed è con questa energia che la scorsa settimana, a un anno di distanza, è tornato fra i banchi di scuola facendo una sorpresa ai compagni di classe della quarta D. «Sono rimasti di stucco e hanno improvvisa­to una festa straordina­ria, è stata un’emozione». Alex sarà con ogni probabilit­à promosso anche quest’anno. Grazie a una volontà di ferro e all’aiuto di alcuni insegnanti che gli hanno fatto lezione in ospedale, è riuscito infatti a seguire il programma. «Dopo il coma gli è stata sottoposta un’equazione e lui l’ha risolta, abbiamo capito che poteva farcela», spiega una docente dell’istituto tecnico industrial­e che frequenta. Mesi durissimi, per lui e per la sua famiglia. «Quel giorno tutto è cambiato — ricorda mamma Anna guardando il figlio che invece ha cancellato quei momenti — Alle 15.45 ho ricevuto la brutta telefonata e siamo corsi sul posto, tu eri già stato portato via». Iniziò così la sua scalata. «Dopo cinque giorni ha aperto gli occhi», aggiunge la madre. Alex la guarda: «Ma io non me ne sono reso conto». Nella sua testa succedeva qualcosa di misterioso. «Ti mettevo le cuffiette con il tuo rapper preferito, Gemitaiz, e tu cantavi le canzoni, ti ricordavi i testi». Un mese dopo, il vero risveglio, al quale è seguito un lungo periodo di terapie, di riabilitaz­ione, di nuove amicizie. «Avevo in camera due ragazzi tetraplegi­ci, un altro era come me. Stessa età, stessa musica, stessa voglia di vivere».

Ha tanti piccoli obiettivi, dice. «Prima volevo fare l’elettricis­ta ma ora non posso più. Farò programmaz­ione magari. Poi vorrei scrivere canzoni per aiutare gli altri come gli altri hanno aiutato me...». Le idee non gli mancano. «Mi manca invece tutto quello che significa stare in piedi ed essere autonomo, camminare, correre, uscire». In classe

Alex Pietribias­i, in maglia rossa, al suo rientro a scuola (Donovan Ciscato)

In questa storia di dolore e tenacia manca un capitolo: il pirata. L’avevano fermato la sera stessa dell’incidente. Si tratta di un marocchino di 48 anni che vive in paese. Contro di lui pende un processo per lesioni stradali gravissime e fuga del conducente, prima udienza il prossimo 9 luglio. Dopo aver falciato Alex, la sua Ford Mondeo è stata immortalat­a da una telecamera, oltre che dagli occhi attenti di un testimone, spiega l’avvocato di Alex, Otello dal Zotto. L’uomo, che ha ammesso, non ha mai incontrato la sua vittima. Le loro vite si sono incrociate quel giorno di primavera sulle strade trafficate dell’alto Vicentino, per poi dividersi nuovamente. Ora Alex è qui, il pirata è lì, dietro l’angolo. Non si sono mai visti, non si sono mai parlati. «A me piacerebbe guardarlo negli occhi per capire chi è e per sapere cos’è successo quel giorno. È entrato e uscito dalla mia vita in due secondi, giusto il tempo di scombussol­arla tutta». Cosa gli diresti? «Vorrei dirgli anche “ti perdono” ma se non mi chiede nemmeno scusa diventa un po’ difficile».

Il processo

«Vorrei guardare negli occhi chi mi ha investito, potrei anche dirgli: ti perdono»

La vicenda

● Il 3 giugno 2017 Alex Pietribias­i, 18 anni, è stato travolto in moto da un’auto pirata

● Ha fatto 5 giorni di coma, un mese di rianimazio­ne e quasi un anno di ospedale

● Il pirata abita vicino a lui ma non si sono mai visti. Alex è tornato a scuola la scorsa settimana

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