Si chiama Miracle il bimbo nato in mezzo al mare
Si chiama Miracle, «miracolo», ed è nato sabato 26 maggio a bordo della Aquarius, nave di soccorso gestita da Msf. Miracle è stato dato alla luce in acque internazionali da una donna soccorsa il 24 maggio da una nave della Marina militare e in seguito trasferita a bordo dell’aquarius, giunta ieri a Catania. Se fosse andata in travaglio solo 48 ore prima avrebbe dato alla luce il bambino in un nascondiglio su una spiaggia libica, senza assistenza medica. che rende le esperienze negative più significative di quanto siano in realtà. Non è che autoproclamando il suo schifo è troppo duro con se stesso? «Sono un perfezionista, non mi piace piangermi addosso: se non ho risposto alle domande dell’eredità è perché non le sapevo, non perché erano difficili».
Uno dei tanti Tanguy italiani, vive con i genitori: «Sono fin troppo pazienti, io sto bene con loro, ma mi sento un inquilino, anzi uno scroccone». Fidanzato con Simona da 4 anni, ognuno a casa sua, per la solita ragione, «motivi economici». Ha un sogno. «Mi piacerebbe andare negli Stati Uniti, ogni anno partecipo alla lotteria per la Carta Verde». Per la verità i sogni sono due, uno l’ha anche rivelato a Carlo Conti, «aprire un negozio di scarpe con il tacco, o almeno lavorarci». Niente battute però. «Mi piace fare shopping, le scarpe con il tacco sono una questione di eleganza senza estremi di feticismo. I negozi di solito cercano commesse, ma il parere maschile sarebbe molto utile a una donna che compra un paio di scarpe».
Vive un paradosso di molti eterni ragazzi: «Ho superato i 30 anni e quindi non posso avere contratti di apprendistato, ma per quelli della mia età le aziende li cercano con 10 anni di esperienza. Io non posso avere né l’uno né l’altra». Siccome è spiritoso perdona la battuta. Ha molto tempo libero dunque, cosa fa? «Se stai tre giorni a casa ti rilassi; se stai una settimana ti annoi; quando arrivi a un anno fai schifo».