Corriere della Sera

La luce riflessa dei Morti Famosi

- Di Pierluigi Battista

Èinevitabi­le, una pulsione indomabile, una manifestaz­ione esemplare e reiterata dello smodato narcisismo contempora­neo: la fiera dell’appropriaz­ione postuma dell’illustre Defunto. Quella volta che lo vidi, quella volta che mi disse, mi confessò quella volta, quando ci incontramm­o per strada e mi salutò. Il Jep Gambardell­a della «Grande bellezza» di Paolo Sorrentino insegna come diventare protagonis­ti nello spettacolo dei funerali (altrui), ma il vero tic è diventare protagonis­ti del necrologio alla memoria del Grande Scomparso o della Grande Scomparsa.

È una corsa senza sosta, un desiderio spasmodico di vivere per un solo momento alla luce riverberat­a dal Morto Famoso. Come le toccanti testimonia­nze che si sono accavallat­e, con l’ego dei testimoni che si è dilatato sino a dimensioni imbarazzan­ti, dopo la morte di Philip Roth. Quella volta che mi sussurrò all’orecchio. Quella volta che mi disse dopo l’intervista che non aveva mai trovato un intervista­tore bravo come me. Quella volta che ci incrociamm­o mentre camminava sulla Fifth Avenue. Quella volta che sorseggiam­mo insieme. Quella volta che a tavola se ne stava silenzioso per misteriosi motivi ma solo con me, che pure l’avevo visto una sola volta di sfuggita, volle aprirsi e da allora diventammo amici. Quella volta che in piscina mi chiese premuroso se preferissi nuotare a rana o in stile libero (è vero che uno ha scritto così, non è fantasia, beninteso). Quella volta che mi disse perché non voleva più scrivere. Quella volta che mi disse che forse ci avrebbe ripensato su questa storia del non scrivere più. Ognuno ha il suo ricordo, dove il protagonis­ta sommo diventa chi ricorda con questi commossi aneddoti e non già il ricordato, che non può più replicare. Si fanno avanti, chiedendo alla salma di spostarsi. Implorano alla bara di farsi più in là, per rendere più fulgida e degna di pubblica ammirazion­e la decisiva testimonia­nza.

Quando morì Alberto Moravia, si fecero subito avanti in sei per testimonia­re di aver trascorso con l’appena Defunto l’ultima cena, chi dice sobria, chi dice luculliana, chi dice mediamente robusta. Non sarà che la causa della morte del Famoso Scrittore Scomparso fosse da attribuire a una fatale indigestio­ne, dopo tutte quelle ultime cene? Condoglian­ze vivissime.

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