«Come tener separati danaro e potere politico»
Già nell’antica Grecia e in epoca romana, l’avidità, mi riferisco in particolare a quella di denaro e potere, era riconosciuta e giudicata incompatibile con ogni forma di moralità da numerosi autori dell’epoca. Alla luce di ciò, quando questi due generi di bramosie investono le figure politiche, prevalendo sull’etica, c’è la forte possibilità di sfociare nella corruzione. La mia domanda, che forse suona un po’ utopistica è: se venisse ridotta sensibilmente la quantità di denaro che gira negli affari pubblici, si arriverebbe se non a un totale, almeno a un parziale sradicamento della corruzione, oppure soldi e potere sono un binomio indissolubile in campo politico?