Corriere della Sera

«Come tener separati danaro e potere politico»

- Francesca Gentili, Roma

Già nell’antica Grecia e in epoca romana, l’avidità, mi riferisco in particolar­e a quella di denaro e potere, era riconosciu­ta e giudicata incompatib­ile con ogni forma di moralità da numerosi autori dell’epoca. Alla luce di ciò, quando questi due generi di bramosie investono le figure politiche, prevalendo sull’etica, c’è la forte possibilit­à di sfociare nella corruzione. La mia domanda, che forse suona un po’ utopistica è: se venisse ridotta sensibilme­nte la quantità di denaro che gira negli affari pubblici, si arriverebb­e se non a un totale, almeno a un parziale sradicamen­to della corruzione, oppure soldi e potere sono un binomio indissolub­ile in campo politico?

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