Corriere della Sera

Arctic Monkeys, il rock inglese che canta (anche) Mina

- Sandra Cesarale

L’omaggio a Mina (e alla canzone italiana) arriva a metà concerto, con Alex Turner, frontman degli Arctic Monkeys, che canta sensuale: «Adesso arriva lui/poi si butta sul letto/ e poi e poi...». Ascoltare L’importante è finire dalla band che ha dato una sferzata al rock inglese è una sorpresa per i cinquemila che l’altra sera hanno affollato la cavea del Parco della Musica di Roma per la prima delle tre date italiane (ieri la replica nella Capitale, il 4 giugno al Mediolanum Forum di Assago).

Il palco è spoglio. Alle spalle della band campeggia la grande scritta «Monkeys». Le Scimmie di Sheffield nell’ora e mezza di concerto non hanno previsto artifici, per questo la differenza è fatta tutta dalle canzoni. Si parte con Four Out Of Five, dal nuovissimo album Tranquilit­y Base Hotel & Casino nel quale gli Arctic Monkeys hanno messo in un angolo la gloria sovversiva delle chitarre, preferendo i suoni di piano e tastiere. Dal vivo, la band dedica solo cinque canzoni su venti al nuovo capitolo della sua discografi­a. Rimangono l’adrenalina e la passione con la quale gli Arctic Monkeys suonano tutti i brani, ma le nuove e più «morbide» atmosfere poco si addicono al quartetto formato da Turner, Jamie Cook, Matt Helders e Nick O’malley, accompagna­ti sul palco da un altro quartetto, ma di turnisti.

Il motore del concerto — lungo un’ora e mezza — è Alex Turner che si presenta vestito come il Tony Manero della Febbre del sabato sera: scarpe con il tacco, pantaloni scuri a zampa di elefante e camicia bianca dall’ampio colletto. Però quando accenna a dei passi di danza assomiglia più allo smorfioso Turturro nel Grande Lebowski che a John Travolta. Tutto cambia quando imbraccia la chitarra e arrivano le vecchie I Bet You Look Good On The Dancefloor, Pretty Visitors, Fireside. Quando rivivono le architettu­re punk’n’roll e i riff ruggenti che hanno fatto emergere Turner & co dalle profondità di Internet, parterre e spalti diventano incandesce­nti e il pubblico si anima, canta e balla. Fino all’ultimo bis, RU Mine?, preceduto da una breve intro di Mardy Bum, intonata anche dalla folla.

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A Roma A destra, Alex Turner leader della band inglese

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