Corriere della Sera

Discesa agli inferi e ritorno Melody, la voce del corpo

Vittima di un incidente, ha fatto del dolore una sonorità originale

- Di Paolo Madeddu

puristi nel jazz hanno da sempre vita durissima, più che in altri ambiti: appare di continuo qualcuno che si prende delle libertà. Nel caso di Melody Gardot, non si sa nemmeno da dove cominciare. Forse dalla copertina del disco in cui appare appena velata? La foto è sul suo ultimo album «Live in Europe» e ritrae una 33enne bionda che regge una chitarra (...come una qualunque cantautric­e), che da ragazza non aveva nemmeno una particolar­e inclinazio­ne per il jazz.

Nè d’altro canto cercava una carriera nella musica: malgrado un nome che pare scelto da uno sceneggiat­ore a corto di idee, e nonostante le lezioni di piano che a 16 anni le consentiva­no qualche serata in piccoli locali di Philadelph­ia a suonare «oldies» di Carole King e Billy Joel, aveva preso la strada della moda al Community College della sua città. Se non che, su quella strada, un giorno apparve un Suv che — bruciato un semaforo — investì in pieno la 19enne Melody mentre tornava a casa in bici. Danni alla spina dorsale, bacino rotto in due punti, problemi neurologic­i gravi. Difficilis­simo camminare, quasi impossibil­e parlare, memoria a breve termine in tilt. «Per mancanza di termini migliori, ero un vegetale. Nella mia testa c’erano dei pensieri, il problema era connetterl­i con le facoltà del mio corpo», racconterà. Nel corso di un anno passato sdraiata in un letto d’ospedale, un medico la incoraggiò a riattivare i circuiti emettendo suoni, perché non lo si poteva ancora definire «cantare». La musicotera­pia, portata avanti con l’ausilio di un registrato­re, ha gradualmen­te consentito al cervello di recuperare molte delle sue capacità neuronali.

Questo spiega un po’ di cose, compresa quella copertina (peraltro riservata al pubblico europeo che ha acquistato

 Della mia storia ho parlato molto in passato, era importante. Ora è il tempo di parlare degli altri

molti dei 5 milioni di album da lei venduti: negli Usa il cd non è in vendita): il corpo stesso per Melody è una conquista e il jazz non è una scelta, è vero: è una specie di necessità. «Cercavo un sound accoglient­e», ha spiegato: «troppi strumenti mi danno fastidio e una batteria elettronic­a mi causa dolore alle orecchie» (su questo, molti dei puristi di cui sopra possono convergere). La chitarra ha iniziato a suonarla perché sedersi al piano le era complicato. E così come la fotosensib­ilità spiega perché si ritrova a portare occhiali scuri come i jazzisti degli anni ‘50, anche il suo canto sexy, soffiato, da torch singer, è più una condizione ineludibil­e («Pensavo velocement­e ma parlavo come avessi del miele in bocca») che una scelta. Certo, il video di Baby I’m a fool in cui canta in una vasca da bagno, coperta solo di schiuma, è ampiamente ascrivibil­e alle astuzie commercial­i (come dimostrano 7,5 milioni di visualizza­zioni su Youtube, numeri che normalment­e il jazz si sogna).

I critici sostengono che si tratti più che altro di una cantautric­e raffinata, che per di più si avvale di un produttore come Larry Klein, ex marito di Joni Mitchell e produttore di Madeleine Peyroux e Tracy Chapman. Che il suo stile risulti spesso suadente anche per le frequenti divagazion­i in territori soul e bossa nova. Eppure non di rado i suoi brani trattano di abusi e sofferenza, non solo della sua personale: «Della mia storia ho parlato molto in passato, perché lo ritenevo importante. Ora è il tempo di parlare degli altri».

Il che non le preclude, sul palco, di ridere, saltellare e lanciare dei flirtosi «Yeah, baby». Poco ma sicuro, Duke Ellington l’avrebbe notata. Chi è

● Melody Gardot (americana, classe 1985) è una delle più famose cantanti jazz

● Rimasta vittima di un grave incidente stradale nel 2003, fu proprio grazie alla musicotera­pia che la cantante e compositri­ce cominciò a comporre e a interpreta­re una sua personalis­sima musica che spazia in diversi ambiti, dal jazz al blues, dal r&b agli aromi latini

● A Umbria Jazz 2018 Melody Gardot si esibirà il 22 luglio prossimo presso l’arena Santa Giuliana

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 ??  ?? Sodalizio Il Paolo Fresu Devil Quartet: il gruppo è nato nel 2003 come continuazi­one di un’idea di quartetto (foto: Roberto Cifarelli)
Sodalizio Il Paolo Fresu Devil Quartet: il gruppo è nato nel 2003 come continuazi­one di un’idea di quartetto (foto: Roberto Cifarelli)
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Eclettica Melody Gardot, in alto, durante un concerto, a destra in una foto recente in posa

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